Vibo Valentia, muore dopo parto cesareo: aperta inchiesta

di Redazione

 VIBO VALENTIA. La Procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo su un altro caso di presunta malasanità dopo che una 33enne di Santa Domenica di Ricadi, Eleonora Tripodi, è morta dopo un parto cesareo in una clinica privata.

La Tripodi è arrivata in clinica con la placenta che aveva bucato l’utero e provocato una forte emorragia. E’ stata sottoposta a un cesareo, il terzo (altri due figli erano nati allo stesso modo), ma dopo il parto i medici hanno dovuto richiedere il trasferimento in Rianimazione. Allo Jazzolino di Vibo Valentia, però, non ci sarebbero stati posti, e così la donna è stata portata in ambulanza a Lamezia Terme, morendo durante il tragitto.

LA MADRE. Secondo la madre della donna i medici della clinica “Villa dei Gerani”che la stavano curando non sono stati abbastanza attenti alla situazione. “Nei suoi confronti non c’è stata adeguata attenzione da parte dei sanitari della clinica che l’avevano in cura”, dice Vincenzina Loiacono. “Era dal 24 luglio – aggiunge – che mia figlia aveva delle sofferenze. Quello stesso giorno Eleonora era stata ricoverata a Villa dei Gerani, dove aveva dato alla luce gli altri due figli sempre col parto cesareo, ed era rimasta ricoverata per cinque giorni. Il 4 agosto, persistendo contrazioni e dolori, l’avevamo portata di nuovo a Villa dei Gerani ed il ricovero si era protratto fino al 13 agosto, giorno in cui i medici hanno deciso di dimetterla. Una decisione che non so spiegarmi visto che Eleonora continuava a stare male. Sono convinta che le sue condizioni non consentivano di dimetterla”. “Il 17 agosto – continua la madre – Eleonora era tornata sempre nella stessa clinica per un’ecografia. Gliel’hanno fatta e poi l’hanno di nuovo rimandata a casa. Sono convinta, invece, che avrebbero dovuto tenerla ricoverata. Il ginecologo, Domenico Princi, quando gli esprimevo le mie perplessità sulle condizioni di Eleonora, mi diceva di stare tranquilla e che ero una mamma troppo apprensiva”. L’ultimo ricovero di Eleonora, racconta ancora la madre della donna, risale al 19 agosto. Il 20 la donna è stata fatta partorire, ma le sue condizioni si sono subito aggravate a causa di un’emorragia, tanto che ne è stato disposto il ricovero in ospedale. “In una situazione del genere – afferma ancora la madre – è davvero azzardato chiedersi se il caso di mia figlia sia stato trattato con l’urgenza e l’attenzione che richiedeva?”.

INCHIESTA. Sono stati gli stessi sanitari della clinica Villa dei Gerani ad informare dell’accaduto i carabinieri, i quali, a loro volta, hanno informato il pm di turno della Procura di Vibo Valentia, Fabrizio Garofalo, che ha disposto il sequestro della cartella clinica. Il magistrato ha anche deciso di fare sottoporre ad autopsia il corpo di Eleonora Tripodi e domenica conferirà l’incarico al medico legale. La famiglia della donna ha nominato come legale l’avvocato Giovanni Vecchio, secondo il quale Eleonora Tripodi “stava male da tempo ed aveva chiesto di essere sottoposta subito a parto cesareo. Richiesta – ha aggiunto Vecchio – non accolta dai sanitari della clinica Villa dei Gerani, che avevano sostenuto che era troppo presto”. I medici di Villa dei Gerani hanno sottolineato la “gravità delle condizioni di Eleonora Tripodi”, dicendo di “avere fatto di tutto per salvare la donna” e parlando di “caso rarissimo provocato dalla fuoriuscita della placenta dall’utero, con conseguente infiltrazione degli organi vicini”.

IL GINECOLOGO: “FATTO TUTTO IL POSSIBILE”. “Abbiamo fatto tutto il possibile per salvare la vita di Eleonora Tripodi e la sua morte non è dipesa da nostre negligenze” ha detto il ginecologo Domenico Princi, uno dei medici che hanno assistito la donna. “La signora – ha aggiunto Princi – aveva già avuto due cesarei. Il terzo rappresentava, dunque, un intervento a rischio che comunque eravamo in grado di affrontare. Il problema è sorto perché la placenta si è impiantata in parte fuori dall’utero. Questo ha provocato una immediata e imponente emorragia che ha messo a rischio gravissimo la vita della madre e del feto. Siamo intervenuti tempestivamente per bloccare l’emorragia alla madre con l’isterectomia chiudendo le fonti emorragiche provocate dalla placenta che aveva infiltrato gli organi vicini, fra cui anche la vescica. Una volta provveduto a bloccare l’emorragia e avere effettuato varie trasfusioni, perché la donna aveva perduto molto sangue, ne abbiamo disposto il trasferimento nel reparto di rianimazione più vicino”. “Ci siamo prodigati – ha detto ancora Princi – per salvare la bambina e ci siamo riusciti. Per la madre la situazione, a causa dell’imponente emorragia, si presentava molto critica, ma abbiamo fatto di tutto per salvarla. Tra l’altro, quando ne abbiamo disposto il trasferimento in ospedale, i parametri vitali erano normali ed avevamo quindi la speranza concreta che in un centro attrezzato si potesse salvare la vita della signora. Se questo poi non è avvenuto non dipende da noi”. Princi ha anche detto che “ai familiari della donna è stato spiegato che prima di venerdì il parto cesareo non poteva essere fatto perché, in caso contrario, ci sarebbero stati problemi per il nascituro”.

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