Fini e la casa a Montecarlo, Il Giornale: “Ecco il contratto”

di Redazione

la copertina de Il GiornaleROMA. Nuovo capitolo sulla casa di Montecarlo lasciata in eredità ad An che, secondo Il Giornale, sarebbe finita nella disponibilità di alcuni parenti di Gianfranco Fini.

In particolare, nella disponibilità del fratello di Elisabetta Tulliani, attuale compagna del presidente della Camera. Dopo giorni di “attacchi” e all’indomani della querela annunciata da Fini nei confronti del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, il giornale di proprietà della famiglia Berlusconi pubblica il contratto che “proverebbe la vendita dell’immobile per appena 300 mila euro, una cifra molto inferiore al valore di mercato”. Il contratto sarebbe stato stipulato tra Alleanza nazionale, rappresentata dal senatore Francesco Pontone, e “una società costituita 40 giorni prima dell’affaire a Santa Lucia, paese nella lista grigia dell’Ocse per rischio riciclaggio”. Nella casa oggi vi abiterebbe, in affitto, il giovane imprenditore Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta.

In un editoriale, Feltri attacca poi il presidente della Camera che “si fa paladino della libertà di stampa ma poi, invece di spiegare, querela”. Stessa critica rivolta dal direttore di Libero Maurizio Belpietro, che parla di un misterioso documento commissionato dal partito che avrebbe stabilito il valore dell’immobile: 255mila euro. “Qualcosa non torna: il prezzo è simile a quello di un negozio acquistato negli stessi anni a Monterotondo”. Critica il silenzio di Fini anche Il Secolo XIX, mentre il Corriere della Sera parla di una “casa pagata 300 mila euro” ma stimata più di un milione.

CASO GAUCCI,LEGALI TULLIANI:”AFFERMAZIONI FALSE”.Intanto, in nome e per conto di Elisabetta Tulliani, gli avvocati Carlo Guglielmo Izzo e Adriano Izzo smentiscono le affermazioni contenute nell’articolo pubblicato da Il Giornale intitolato “Caso Gaucci, una domanda anche sui beni della Tulliani”, e chiedono di pubblicare la rettifica. “Non risponde assolutamente a verità l’affermazione secondo la quale la signora Tulliani sarebbe stata denunciata dall’imprenditore Luciano Gaucci per appropriazione indebita. Altrettanto falsa e diffamatoria è l’affermazione secondo la quale il Gaucci, poco prima di fallire e di partire per Santo Domingo, avrebbe intestato una ingente quantità di beni immobili e mobili (case, appartamenti, quadri di valore e auto di lusso) alla signora Tulliani e ai suoi familiari”.

“In primo luogo -spiegano i legali – tra la signora Tulliani ed il signor Gaucci è pendente soltanto una controversia civile dinanzi al Tribunale Ordinario di Roma per l’accertamento della titolarità di un complesso di beni immobili e mobili. Nessuna denuncia per appropriazione indebita è stata proposta da Gaucci nei confronti della Tulliani, né è pendente altro procedimento penale a carico di quest’ultima per i fatti in questione”. “La nostra assistita – aggiungono – intende fare definitivamente chiarezza sull’argomento e, al riguardo, ribadisce quanto già ampiamente affermato e provato nell’ambito del giudizio civile pendente nei confronti del Gaucci. I beni mobili e immobili indicati dal Gaucci nell’atto di citazione sono stati acquistati con denaro proprio della Tulliani e della sua famiglia. In particolare, l’acquisto dei suddetti beni è avvenuto con i ricavi di una vincita all’Enalotto e con gli ulteriori risparmi dei genitori della Tulliani”.

“Di tale circostanza – rimarcano gli avvocati – la nostra assistita ha fornito ampia prova documentale, dimostrando, in particolare, che la vincita all’Enalotto era di sua esclusiva pertinenza e che, addirittura, dopo l’incasso della somma, una parte cospicua di essa, esattamente Lire 1.100.000.000 (un miliardo e cento milioni), è stata messa a disposizione del Gaucci con l’espresso incarico di provvedere a gestirla in proficui investimenti nell’interesse della medesima. Tale somma non è mai stata restituita dal Gaucci, con la conseguenza che la signoraTulliani si è trovata costretta a svolgere apposita domanda di restituzione nel giudizio civile in corso”.

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