Boss della ‘Ndrangheta arrestato al mare

di Emma Zampella

Salvatore FacchineriREGGIO CALABRIA. Il boss della ‘NdranghetaSalvatore Facchineri, 36 anni, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Taurianova mentre si rinfrescava nelle acque di Tropea.

L’operazione, svolta in tempi abbastanza rapidi, ha raccolto il consenso dei bagnanti e villeggianti che hanno applaudito entusiasti alla cattura del boss latitante.

Quello che viene ora considerato il boss di Taurinianova, “erede” nonché figlio del boss Michele Facchineri, al momento dell’arresto si trovava in spiaggia, come un normale vacanziere, con moglie e due figli, di cui uno molto piccolo, ancora in fasce. I carabinieri, che erano sulle sue tracce da tempo, si sono mescolati per settimane tra i villeggianti controllando i villaggi turisti nella zona di Tropea, concentrandosi in particolar modo nell’area compresa tra Santa Domenica di Ricadi e Formicoli.

I militarisono intervenuti quando Facchineri per rinfrescarsi ha deciso di tuffarsi in mare: in quel momento lo hanno bloccato in acqua, mentre altri colleghi lo aspettavano sul bagnasciuga per mettergli le manette. L’operazione è stata condotta con il supporto della Compagnia dell’Arma di Tropea, con il coordinamento dei Comandi provinciali di Reggio Calabria e Vibo Valentia, e con la direzione delle due Procure della Repubblica di Palmi e Vibo Valentia. I carabinieri hanno condotto le indagini con metodi tradizionali, senza intercettazioni, basandosi sull’attività informativa.

Facchineri era evaso lo scorso 25 febbraio dagli arresti domiciliari che stava scontando presso la sua abitazione di Cittanova. Sul suo capo pesano gravi condanne per un totale di 16 anni da scontare in carcere: tra le accuse ci sarebbe quella di riduzione in schiavitù commessa a danno di due cittadini romeni, che il boss aveva segregato in un casale costringendoli a lavorare senza essere retribuiti.

Per questo reato la pena è di 10 anni e 8 mesi a cui si sommano i 6 anni e 6 mesi per due tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso, commesse tra marzo e maggio del 2003 a Cittanova e San Giorgio Morgeto, nel reggino, quando era già sorvegliato speciale.

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