Bocchino: “Si dimetta Berlusconi che è sotto processo”

di Redazione

Italo BocchinoROMA. La distanza tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si allarga sempre di più, con esponenti del Pdl che chiedono le dimissioni del presidente della Camera, coinvolto nella vicenda dell’appartamento a Montecarlo.

Di contro il capogruppo alla Camera di”Futuro e Libertà”,Italo Bocchino, chiede le dimissioni degli “imputati” Berlusconi, Matteoli, Fitto e Bertolaso, accusando il premier di essere il mandante di tutta l’operazione contro il cofondatore del Pdl.

“Prima di chiederlo a Fini, dovrebbe essere Berlusconi a dimettersi perché è sotto processo. E con lui si dovrebbero dimettere, per lo stesso motivo, i ministri Matteoli, Fitto e il sottosegretario Bertolaso”. Parole dure pronunciate in una intervista a Repubblica dal finiano. “Sono parole – spiega Bocchino – adeguate alla situazione. Se vanno avanti di un solo passo siamo alla crisi istituzionale. La sta aprendo il presidente Berlusconi, consapevolmente o inconsapevolmente, nel momento stesso in cui chiede le dimissioni del presidente della Camera. Una seria ferita istituzionale”.

E anche se Berlusconi ufficialmente non si è mai pronunciato, il capogruppo Fli a Montecitorio non ha dubbi: “Ci sono prove inconfutabili che lui sia il mandante di tutta l’operazione. Il portavoce del Pdl le ha chieste e lui non ha mai smentito. L’altra prova è la raccolta delle firme contro Fini avviata da Il Giornale che è una sua proprietà”.

GASPARRI:”MAI FIRMATO RICHIESTA DIMISSIONI”. “Sono stupefatto dinanzi a questa vicenda della casa a Montecarlo, che non mi pare proprio sia stata chiarita da Fini nei suoi otto punti. Ma non ho sottoscritto alcun appello per le dimissioni perchè il problemaè serio e serve un approfondimento serio, sia perchè la questione che abbiamo davantiè tutta politica, e politicamente va affrontata”. Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. Le chance di un nuovo patto tra Berlusconi e Fini “sono poche, ma il senso di responsabilità impone a noi e a loro di provarci”, prosegue Gasparri, secondo il quale “per fare leggi assieme non ci si deve necessariamente amare, bisogna avere a cuore l’obiettivo comune. Che in questo casoè il bene del Paese, non una questione da poco”. “A settembre – ribadisce Gasparri, che non vuol sentire parlare di vertici di maggioranza – si voterà sulla nostra proposta in quattro punti, alla quale aggiungerei anche un chiarimento sui temi della sicurezza e della famiglia, e vedremo chi ci starà e chi no. Non ci inventeremo pretesti per rompere, saremo coerenti con quanto fatto fino ad ora. Se si potra’ andare avanti, bene. Altrimenti c’è il voto”.

Il problema del rapporto tra Berlusconi e Fini, sottolinea Gasparri, ha origini lontane, nasce a cavallo tra il 1998 e il 1999: “era un momento difficile per Berlusconi, era attaccato sulla vicenda Ariosto, molti pensavano, sbagliando allora come tante altre volte poi, che era finito, che bisognava pensare alla successione. Ebbene, allora nacque in Fini l’idea di strutturare un altro Polo rispetto a quello che era il Polo delle liberta'”, ossia l’Elefantino, la lista con Segni e Taradash. “Fini pensava che Berlusconi fosse al capolinea ed alle europee tentò l’operazione sorpasso rispetto a Forza italia per poi competere alla leadership alle politiche successive, ma perfino lui un giorno, dopo un colloquio con Segni, ci confessò che era pentito del passo che stava compiendo”. Quanto alla formazione di gruppi autonomi, ”già il giorno delle regionali ci convocò per discutere la proposta”. Poi visti i risultati ”quel pranzo saltò”. E oggi ”c’è gente cheè andata con lui anche per storie e solidarietà personali, ma sappiamo che una decina dei suoi non voterebbro mai contro il governo”.

VERDINI: “SU CASA MONTECARLO FINI DEVE RISPONDERE CON CHIAREZZA”. “Chi conduce strumentalmente una battaglia per la legalità alzando sempre il dito indice, dovrebbe sempre rispondere con chiarezza e trasparenza. Chiè causa del suo mal pianga se stesso”. Lo dice, a proposito della vicenda della casa di Montecarlo nella qualeè coinvolto Fini, il coordinatore del Pdl Denis Verdini, intervistato da Il Giornale. Verdini parla anche della richiesta di dimissioni avanzata da esponenti finiani contro Scajola, Brancher, Cosentino e lo stesso Verdini: “Non c’è – dice – confusione tra garantismo e rispetto delle leggi. C’è sempre un iter da seguire, quando siè nella fase delle indagini prevalgono le tesi dell’accusa, ma analogamente devono essere ascoltate le voci della difesa. E’ strumentale avanzare richieste solo perche’ ci sono delle accuse o perche’ e’ stato violato il segreto istruttorio”.

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