Cannavoro in tribuna a Dubai, rischia di saltare l’inizio di campionato

di Emma Zampella

Fabio CannavaroIl passato non paga il presente: è questo il motto che sembra cucirsi sulla maglietta del campione del mondo, nonché ex capitano della nazionale italiana, Fabio Cannavaro.

L’allenatore inglese della società araba per cui gioca, David ‘O Leary,è stato categorico: “Per raggiungere una forma accettabile dovrà svolgere un sacco di lavoro. I suoi trascorsi qui non significano nulla. Quello che deve fare è dimostrare di essere come gli altri, diversamente non saprei proprio come assegnargli una maglia di titolare”.

Messo in panchina, o meglio in tribuna da dove ha guardato l’ultima amichevole giocata dall’Al Ahli di Dubai, Cannavaro sembra concludere la sua carriera in modo non così eccelso. Archiviati i titoli che ha conquistato, campione del mondo, Pallone d’oro, Fifa world player, colonna di Napoli, Juventus, Real Madrid, Fabio se vorrà continuare il suo cammino nel mondo del calcio arabo deve ritornare in forma e scendere in campo con tutto il talento e la grinta che lo hanno da sempre contraddistinto.

Dopo il no da parte della società bianconera di prolungare il contratto, Fabio si era recato a Dubai per concludere al meglio la sua carriera ma a sentire il suo allenatore non sta andando così: il difensore napoletano non è pronto per l’esordio del campionato arabo tanto che nell’ultima amichevole è stato sostituito dal giovane maliano Traorè e dal nazionale locale Obaid Khalifa, che pare offrano migliori garanzie del centrale italiano.

Tutta questa situazione sta mettendo imbarazzo ai piani alti di Dubai, dove il presidente della squadra, lo sceicco Rashid Al Maktoum, lo stesso che da qualche tempo ha manifestato interesse nel rilevare quote del Milan, mastica amaro. E dire che Cannavaro avrebbe dovuto risollevare il morale di una squadra che nello scorso campionato ha conquistato solo l’ottavo posto.

Ma di questo passo pare che la corsa alla vettasia davvero dura. Lo scarso impegno del giocatore italiano porta avanti la lista dei fallimenti dei campioni del mondo che hanno visto spegnere in modo non brillante la propria carriera proprio nel calcio arabo. Un esempio? Il brasiliano Bebeto, altro precedente illustre, fu cacciato per scarso impegno dai sauditi dell’At Ittihad.

E come hanno scritto alcuni giornali italiani, in tutta questa storia la morale sembra essere: Dubai è il dopolavoro dei pensionandi del calcio eccelso, ma i petrodollari sborsati dalle squadre per le star, un minimo, vanno ripagati. Giovedì negli Emirati arabi sarà fischiato il calcio di inizio del nuovo campionato, Fabio sarà in campo?

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