La Francia fa rimpatriare i primi 93 rom

di Redazione

 PARIGI. 93 rom sono stati rimpatriati in Romania, con due voli di linea partiti da Parigi, con 14 persone,e Lione, con altre 79, entrambi diretti a Bucarest.

Un ulteriore volo è previsto per venerdì con un centinaio di persone a bordo e ancora un altro il 26 agosto. Non si tratterà di aerei speciali, precisa il governo di Parigi, ma di voli noleggiati dall’Ufficio francese dell’immigrazione e dell’integrazione (Ofii) presso compagnie private. L’Ofii e il ministero dell’Interno hanno già organizzato almeno 25 voli di questo tipo nel corso di quest’anno.

I rom, tutti di origine romena, hanno accettato l’offerta del governo francese: 300 euro di incentivo economico più 100 per ogni figlio minorenne. “Ciascuna delle persone allontanate – ha precisato il ministero – è stata oggetto di un esame individuale sulle condizioni del suo soggiorno in Francia”. Solo per la fine di agosto è previsto il rimpatrio di circa 700 rom, tra Romania e Bulgaria, sgomberati da 51 insediamenti illegali.

Intanto, il ministro dell’Immigrazione Eric Besson ha sottolineato che quello applicato ai rom non è un trattamento straordinario, ma un atto “nel quadro delle procedure classiche di rinvio degli stranieri in situazione irregolare nei loro Paesi d’origine”.

POLEMICA CON UE. “Negli ultimi quindici giorni abbiamo proceduto allo smantellamento di oltre 40 campi rom, il che porterà ad un rimpatrio di circa 700 persone nei loro paesi d’origine entro la fine del mese”, ha spiegato il ministro dell’Interno Brice Hortefeux. Decisione su cui è arrivato il monito della Commissione europea, attraverso il portavoce della commissaria alla giustizia e al rispetto dei diritti umani, Viviane Reding. La Francia, ha affermato Reding, “deve rispettare le regole che riguardano la libertà di circolazione e la protezione dei cittadini europei”. Immediata la replica di Parigi: “Le misure decise dalle autorità francesi – ha detto il portavoce del Quai d’Orsay, Bernard Valero – sono pienamente conformi alle regole europee e non portano alcun attacco alla libertà di circolazione dei cittadini dell’Ue, come definite nei trattati”.

ANCHE IL VATICANO PROTESTA. Sulla questione interviene anche il segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, monsignor Agostino Marchetto, secondo cui quanto sta avvenendo in Francia è in contrasto con la legislazione dell’Ue, della Francia e contro il principio di proporzionalità. “Non si possono prendere decisioni contro intere comunità – ha dichiarato ai microfoni del Giornale Radio Rai – senza l’applicazione al singolo individuo di queste decisioni in funzione dell’ordine pubblico, secondo quanto stabilito dalla stessa legislazione europea”.

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