Iran, disperato appello di una donna condannata alla lapidazione

di Redazione

Sakineh Mohammadi-AshtianiTEHERAN. Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, la donna condannata in Iran alla lapidazione per adulterio,lanciaun messaggio disperato tramiteuna ong per i diritti umani.

“Spesso la notte, prima di addormentarmi, mi chiedo: Ma come fanno a prepararsi a lanciarmi delle pietre, a mirare al mio viso e alle mie mani? Perché? Dite a tutto il mondo che ho paura di morire. Aiutatemi a restare viva e a poter di nuovo tenere i miei figli fra le braccia”. “Sono Sakineh Mohammadi-Ashtiani. Dalla prigione di Tabriz – dice la donna nel messaggio riferito – ringrazio tutti coloro che pensano a me”.

La donna, sul cui caso si moltiplicano le iniziative di governi e organizzazioni per i diritti umani nel tentativo di salvare la sua vita, fu condannata il 15 maggio 2006 per aver avuto una “relazione illegale” con due uomini dopo la morte di suo marito. Secondo l’agenzia ufficiale Irna, la donna sarebbe anche colpevole di “omicidio e altri crimini”. La pena è stata per il momento sospesa.

Qualche giorno fa l’avvocato della donna, Mohammad Mustafai, è scomparso per sottrarsi all’arresto. Gli appelli dell’avvocato e dei figli della donna hanno dato il via ad una campagna internazionale che ha visto governi e organizzazioni per i diritti umani in Occidente chiedere per lei la grazia. Sakineh, in base alla sharia, la legge islamica, ha già ricevuto delle frustate per il suo “adulterio”. “Il giorno in cui sono stata fustigata sotto gli occhi di (mio figlio) Sajjad sono stata distrutta, ho perduto ogni dignità e il mio cuore si è spezzato”, dice Sakineh nel messaggio.

Dopo le disperate parole della donna, il presidente brasiliano, Lula, ha rivolto un appello al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, affinché conceda l’asilo in Brasile a Sakineh Ashtiani. “Se la mia amicizia con il presidente iraniano vale qualcosa – ha detto Lula secondo quanto riporta il sito del giornale “Fohla” – e se la donna sta creando dei problemi all’Iran, noi siamo pronti a riceverla in Brasile”. “Sono del parere che non c’è nulla che possa giustificare che lo Stato tolga la vita a qualcuno. Solo Dio può farlo”, ha aggiunto il presidente brasiliano. Lula ha poi spiegato che intende telefonare personalmente al presidente iraniano per parlare della questione. Da settimana è in corso in tutto il mondo una campagna di opinione per salvare la vita alla donna.

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