Amianto e rifiuti speciali bruciano nelle campagne: politici sotto accusa

di Redazione

 CASALUCE. Il presidente dell’associazione “Aset”, Nicola Diomaiuto, lancia l’ennesimo allarme sui rifiuti bruciati lungo le scarpate dell’asse mediano, all’altezza dei territori di Frignano e Casaluce.

“Non è possibile tollerare oltre lo stato di calamità ecologica in cui il nostro territorio versa. – dice Diomaiuto – Nei giorni scorsi, in località Popone (al confine tra il comune di Frignano e quello di Casaluce) hanno bruciato, nell’aperta campagna circostante: pneumatici, residui delle serre, plastica di ogni genere e quantità. Un lezzo nauseabondo e pestilenziale ha cinto il cielo del paese ed è arrivata ad impedire la respirazione in strada e a casa dei tanti sfortunati che in quell’area abitano. Sottoscritto compreso. Nessuno ha preso provvedimenti. Nessuno ha dimostrato di volerne prendere di seri. Rivolgersi ai vigili del fuoco è ormai inutile. Io stesso, avendoci provato, sono stato costretto ad arrendermi all’evidenza: quasi ogni giorno, da molto tempo, i nostri uomini sono presenti in quella località per interventi di varia natura – mi sento rispondere da un vigile dall’altra parte del filo – i nostri uomini non possono ammalarsi di cancro a causa della incapacità di trovare una soluzione condivisa per tutelare un territorio ed un problema che l’uno attribuisce all’altro e viceversa, da parte dei sindaci di Casaluce e Frignano. Sono costretto a comprendere e a confermare che le accuse tra i due sindaci sono vere. Nessuno dei due è stato in grado di prendere provvedimenti seri per impedire l’accesso a questa zona a chi, fraudolentemente, sversa immondizia, residui industriali ed edili, amianto, pneumatici e plastica nella ‘terra di nessuno’ che Popone sembra rappresentare per questi politici. Nessun controllo, benché li si richieda dal 2006, anno in cui è iniziata l’emergenza rifiuti che non è mai cessata. Nessun controllo”.

“L’Arpac, – continua Diomaiuto – l’ente che dovrebbe vigilare sul rispetto dell’ambiente della Regione, esiste solo sulla carta. Non controlla nulla. Né agricoltori e rispettivo smaltimento serre, né ‘gommisti’ e materiali smaltiti. I sindaci hanno però la vera colpa di non fare quanto necessario a chiudere tutti gli accessi ai fondi oggetto dello sversamento pirata e di non avviare alcuna campagna volta a responsabilizzare i cittadini, i proprietari e gli imprenditori. Nessuno cerca di acchiappare i colpevoli in fragrante per arrivare ai mandanti”.

“A questo punto – conclude – si rende necessaria una ‘invocazione’ dei massimi organi regionali, a partire dalle istituzioni del consiglio regionale e del governo della Regione Campania, nella persona dei loro presidenti e della commissione parlamentare europea. Se le amministrazioni comunali di Frignano e Casaluce sono incapaci di interdire l’accesso ai ‘farabutti’ inquinatori delle aree oggetto dello scempio, se le stesse si dichiarano, di fatto, inermi anche per quel che riguarda la sorveglianza del territorio, allora si dimettano o, meglio ancora, vengano sollevate da chi è più in alto di loro”.

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