Il carcere di Santa Maria Capua Vetere “scoppia”: denuncia della Uil

di Redazione

 CASERTA. Scoppiano, nel pieno dell’estate, le carceri campane e su tutti gli istituti penitenziari il caso di Santa Maria Capua Vetere è quello che preoccupa di più.

E non solo perché in una cella ci sono fino a 10 detenuti, ma anche per la ‘qualità’ dei detenuti: manovali, gregari della camorra. E’ come se la geografia dei clan si stesse ridefinendo anche all’interno delle carceri, soprattutto nel Casertano. E questo, dice la Uil Pa Penitenziari, potrebbe comportare problemi di ordine pubblico. Proprio a Santa Maria Capua Vetere, c’è stato ieri il terzo sequestro di droga, in pochi giorni: sostanze stupefacenti che si è cercato di far entrare dentro durante i colloqui. E poi, quattro giorni fa, il sospetto di una tentata evasione. Ci sono, poi, i numeri: 837 detenuti contro i 547 pervisti dalla massima capacita’ di ricezione. Il tutto a fronte di condizioni di sicurezza che, sottolinea il sindacato, rischiano di saltare.

“Santa Maria Capua Vetere resta senza dubbio la situazione di maggior rischio e non solo per il sovraffollamento. Mi pare chiaro – avverte il segretario generale Uil Penitenziari, Eugenio Sarno – che alla ripresa la situazione dell’istituto sammaritano va affrontata con i vertici dipartimentali e regionali dell’amministrazione. I problemi di questo carcere vanno ben oltre i confini penitenziari, ci sono aspetti direttamente commessi alla tenuta dell’ordine pubblico. In Campania tra gli eventi critici di maggior rilievo si contano quattro suicidi in cella – aggiunge Sarno – tre tentati suicidi evitati dalla polizia penitenziaria, una evasione ed un tentata evasione, sventata, nonche’ otto agenti penitenziari feriti da detenuti. Un bilancio grave che da la cifra delle difficolta’ e delle criticità”.

Complessivamente nelle sedici carceri campane sono 7424 i detenuti presenti (7149 uomini e 275 donne), a fronte di una capienza regolare di di 5506.

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