Dislocazione tribunale, Limardi e Borgia spiegano il loro ‘No’

di Redazione

Maria Limardi Emilia BorgiaSANTA MARIA CV. Nel Consiglio Comunale dello scorso sette luglio, relativo alla dislocazione degli Uffici Giudiziari, il gruppo “Laica…mente”, composto da Maria Limardi ed Emilia Borgia, è stato l’unico ad esprimere il proprio dissenso, …

… pur provando ad uniformarsi al deliberato approvato da tutti i consiglieri presenti in aula, in quanto si riteneva assolutamente “ovvia, inutile e poco incisiva la mera previsione ivi contenuta di un’accorata raccomandazione rivolta al primo cittadino, al fine di mantenere gli Uffici Giudiziari nella nostra città e solo, ove possibile, nel centro storico”.

Il gruppo chiedeva di inserire nella delibera approvata da tutti gli altri consiglieri presenti la raccomandazione al sindaco di proporre al procuratore capo ed al presidente del tribunale siti aprioristicamente ed inopinatamente non indicati a questi ultimi (come il Palazzo Melzi, naturale e storica sede degli Uffici Giudiziari, inutilizzato dall’Università di Giurisprudenza che svolge le proprie lezioni all’Aulario, benché la Chirico, Docente di ben altra Facoltà, si sia sforzata di evidenziare che al Melzi c’è una copiosa biblioteca(?), ovvero la sede della Antica Casa Comunale, già in parte ristrutturata e sulla quale pochi interventi dovrebbero ancora farsi). Si chiedeva, dunque, di non individuare siti al di fuori del centro storico (sui quali tra l’altro c’è un diverso vincolo di destinazione, e sui quali – in particolare – ci sono interessi economici di un noto politico).

Alla luce del deliberato della Camera Penale, già comparso suigli organi di stampa, previamente sottoposto all’attenzione del Consiglio perché inviato da tale organo al sindaco ed al presidente del Consiglio, e nonostante tutti i consiglieri appartenenti alla classe forense fossero anche in possesso di relativo deliberato della Camera Civile (settore già ampiamente mortificato per dieci anni all’incirca) dal quale evincevasi forte preoccupazione circa le sorti dei civilisti, “tutti i presenti – affermano Limardi e Borgia – decidevano di deliberare l’ovvio (e volendo tralasciare il dato che il sindaco dava per certo: l’allocazione nella Caserma Mario Fiore di tutto il Tribunale Civile). Il tutto dopo oltre cinque ore di discussione”.

“Il nostro gruppo – continuano – sottolineando la assoluta disorganicità della dislocazione degli Uffici, così come prospettata dal primo cittadino, che inevitabilmente arrecherebbe disagi a tutti gli operatori del settore, evidenziava che era stato trascurato l’inconfutabile dato che in una città nella quale non si è mai voluta sviluppare l’industria dell’archeologia e dove sono scomparse le grandi realtà industriali, il Tribunale costituisce l’unica ragione per la quale un gruppo indefinito di persone (avvocati, attori, convenuti, consulenti, periti, cancellieri e magistrati ecc.), provenienti dall’intera provincia di Caserta e da tutta Italia, raggiunge il cuore della nostra cittadina creando un indotto economico fondamentale per i commercianti, artigiani e quant’altro”. Chiedeva, dunque, di inserire la dicitura “si impegni il sindaco ad individuare altri siti, trascurati al momento, nel centro storico rispetto a quelli prospettati ai componenti della Commissione”.

“Evidenziando ancora una volta che forti interessi politico-economici ci sono, – concludono Limardi e Borgia – nel mentre il nostro gruppo sin dall’inizio si è prefissato di fare gli interessi della collettività proclamandosi indipendente, decideva di non approvare il deliberato che non a caso veniva accettato da maggioranza ed opposizione, che potrebbero poi invertire la seduta dietro i banchi nel consiglio comunale”.

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