Scuola Marescialli, processo trasferito a Roma. Muore Cerruti

di Redazione

il cantiere della scuola allievi marescialliROMA. E’ deceduto martedì mattina in un ospedale di Roma l’avvocato Guido Cerruti, fra gli imputati dell’inchiesta sulla scuola marescialli di Firenze.

Lo ha detto il suo legale Vincenzo Dresda, il quale ha appreso la notizia al termine dell’udienza al tribunale di Firenze, che ha deciso di trasferire il procedimento a Roma.

Avvocato amministrativista di 66 anni, Cerruti era stato arrestato con l’accusa di corruzione giorni dopo essere stato interrogato dai pm di Firenze. Era tornato libero il 7 maggio con il solo vincolo dell’obbligo di dimora a Roma e beneficiando, pochi giorni fa, della decadenza della misura cautelare in quanto i pm di Roma non ne hanno sollecitato il rinnovo.

L’avvocato Dresda dichiara: ”Provo un grande dispiacere perchè con il processo ormai trasferito a Roma il mio assistito non potrà provare l’ estraneità ai fatti contestati. Ci credeva moltissimo -continual’avvocato – perchè dagli atti emergeva chiara la sua innocenza. Purtroppo però ci sarà questo processo al quale non potra’ prendere parte”. Per il penalista, l’inchiesta giudiziaria ha inciso sul peggioramento della patologia di cui soffriva Cerruti. ”Senza scomodare casi più famosi, posso dire che le sue condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate con l’arresto, per colpa di accuse ingiuste che lo hanno trascinato in una vicenda giudiziaria molto complessa”.

PROCESSO TRASFERITO A ROMA. Intanto, dopo più di due ore di Camera di Consiglio, è stato trasferito a Roma il processo sulla Scuola Marescialli dei carabinieri, filone fiorentino dell’inchiesta sui grandi eventi. Il tribunale toscano ha accolto così la richiesta degli avvocati difensori di Angelo Balducci, Fabio De Santis e Cerruti, respingendo invece la tesi della procura, secondo cui il processo doveva rimanere a Firenze.

La motivazione fa riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione del 10 giugno scorso, là dove si attribuisce la competenza territoriale dell’inchiesta a Roma e si fa riferimento all'”unicità” del patto corruttivo tra gli indagati. La sentenza “non tocca la validità dei risultati acquisiti durante l’indagine che non sono stati messi in discussione neppure dalla Corte di Cassazione”, precisa il pm fiorentino Luca Turco. “Facciamo il nostro mestiere, domani cominciamo un’altra indagine. Non credo che avremo grossi problemi ad andare avanti sugli altri nostri filoni di indagine sui quali questa sentenza non avrà ricadute”.

Tra i difensori, invece, Roberto Borgogno, avvocato di Balducci, ex presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici, ha commentato così la sentenza: “Quella del Tribunale di Firenze è una decisione ineccepibile e a Roma si riparte dalla fase delle indagini preliminari”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico