P3, presto nuovi indagati. Napolitano sollecita il nuovo Csm

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA. Si apre una settimana cruciale per l’inchiesta sulla cosiddetta P3, e non si esclude che altri nomi “eccellenti” possano aggiungersi al registro degli indagati.

Non sono previsti interrogatori, almeno al momento non sono in calendario, ed i magistrati, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, saranno impegnati anche in udienze del tribunale del riesame. Tra queste quelle per la richiesta di revoca delle ordinanze di custodia cautelare nei confronti dell’imprenditore Arcangelo Martino, ritenuto, insieme con Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, uno degli artefici della lobby di potere occulta, e Lorenzo Cola, il consulente di Finmeccanica finito in carcere nel quadro di un’inchiesta su un maxiriciclaggio di danaro attribuito a Gennaro Mokbel.

La ripresa degli interrogatori è prevista per la settimana successiva. Dopo le audizioni del governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino e dell’ex assessore regionale della Campania, Ernesto Sica, seguiranno quindi nuove convocazioni in procura tra testimoni ed indagati. E nuove iscrizioni potrebbero prospettarsi a breve non appena esaurita la fase di valutazione delle posizioni di soggetti i cui nominativi compaiono nelle carte processuali e nelle intercettazioni telefoniche.

Tra i personaggi eccellenti destinati a varcare l’ingresso di piazzale Clodio ci sono, tra gli altri, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, l’ex presidente della corte di cassazione Vincenzo Carbone, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il presidente della corte di appello di Milano Alfonso Marra (per il quale il Csm ha disposto il trasferimento), il capo dell’ispettorato del dicastero della Giustizia Arcibaldo Miller e l’ex avvocato generale della Cassazione Antonio Martone.

Intanto, sulle prime pagine dei quotidiani in edicola trova grande spazio l’inchiesta in corso. Su Repubblica si parla delle telefonate tra il senatore Marcello Dell’Utri e il faccendiere Carboni, in una delle quali si fa riferimento anche al tentativo per candidare Nicola Cosentino (già ascoltato dai magistrati) alla presidenza della Regione Campania. Secondo il quotidiano, nel mirino degli inquirenti ci sarebbe proprio Dell’Utri insieme al sottosegretario Caliendo.

In un’intervista a LaStampa, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino conferma di aver incontrato Pasquale Lombardi ma esclude di essersi fatto condizionare per la nomina del presidente della Corte d’Appello di Milano, poi andata a Marra, presunto “raccomandato” della P3.E sui giudici coinvolti nell’inchiesta, Mancino taglia corto: “Non farò sconti a nessuno”.

NAPOLITANO. Con una lettera inviata proprio a Mancino, sul caso interviene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale precisa che sarà il nuovo Csm, quando si insedierà, a occuparsi dei tentativi di interferire sugli orientamenti di alcuni consiglieri per favorire la nomina del presidente della Corte d’Appello di Milano, Alfonso Marra, come emerge dalle inchieste sulla cosiddetta P3.

La lettera è stata letta al Comitato di presidenza del Csm. “La richiesta prende le mosse, in particolare, dalla esistenza di investigazioni su condotte indebitamente tese a interferire sul voto di alcuni componenti di questo Consiglio in occasione della nomina del presidente della Corte di Appello di Milano. La questione, lei mi scrive, dovrebbe essere dibattuta in termini generali e propositivi prescindendo dalla esistenza di indagini penali, disciplinari e amministrative sull’episodio”.”A parte la seria preoccupazione, che è lecito mantenere, di non interferire in tali indagini, ritengo da un lato che il tema non possa essere affrontato in termini ‘generali e propositivi’ con la necessaria ponderazione nel momento terminale di questa Consiliatura, mentre è corretto lasciare alla prossima le appropriate decisioni in merito, e dall’altro che si debba essere bene attenti a non gettare in alcun modo ombre sui comportamenti di quei consiglieri che ebbero a pronunciarsi liberamente, al di fuori di ogni condizionamento, su quella proposta di nomina concorrendo alla sua approvazione”.

Il mandato dell’attuale Consiglio Superiore della Magistratura scade il 31 luglio prossimo. Erano stati alcuni consiglieri togati, fra i quali Livio Pepino, a sollevare la questione e a chiedere di metterla all’ordine del giorno. Su una decisione di tale delicatezza Mancino ha ritenuto opportuno acquisire il parere del presidente della Repubblica, che presiede di diritto il Csm e ne fissa l’ordine del giorno. In mattinata l’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica ha reso noto il testo della lettera di Napolitano al vicepresidente Mancino, “in risposta alla informazione ricevuta sulla richiesta avanzata da componenti del Consiglio di porre all’ordine del giorno la questione delle ‘regole deontologiche minime’ che debbono caratterizzare i comportamenti dei Consiglieri, della quale oggi è stata data lettura al Comitato di Presidenza del Csm”.

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