P3, Lombardi: “Volevo fare bella figura con Berlusconi”

di Redazione

Silvio BerlusconiAVELLINO. Pasquale Lombardi, uno deiprincipali indagati nell’inchiesta sulla cosiddetta P3, insieme a Flavio Carboni e Arcangelo Martino, avrebbe agito per “fare bella figura” davanti al premier Silvio Berlusconi, …

… dimostrangoli di poter arrivare, grazie ai suoi agganci, fino alla Corte Costituzionale per far approvare il Lodo Alfano. Lo ha dichiarato lo stesso Lombardi,rinchiuso nel carcere di Avellino,nel corso dell’interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto. L’ex giudice tributario di origini campane avrebbe parlato anche del tentativo di far respingere alla Cassazione, attraverso le proprie conoscenze, l’ordinanza di arresto emessa dalla Procura di Napoli per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, accusato di presunti legami con la camorra dei casalesi. Inoltre, avrebbe parlato delle richieste di intervento da parte di alcuni magistrati per agevolare l’ottenimento di incarichi direttivi.

“Ho tentato di interessarmi per acquisire meriti con il capo del mio partito, onorevole Silvio Berlusconi, affinché potesse ritenersi che ero in grado di arrivare anche ai giudici della Corte Costituzionale”, ha detto Lombardi, che poi ha ammesso “di aver contattato il presidente emerito Cesare Mirabelli, ma lui oramai non conta più nulla. Il giudice donna al quale si fa riferimento nella conversazione del 30 settembre 2009è stata segnalata dal partito Pdl, ma non ne ricordo il nome”. “Confermo – ha detto Lombardi – gli incontri svoltisi in casa dell’onorevole Denis Verdini ai quali hanno partecipato anche Marcello Dell’Utri, l’onorevole Giacomo Caliendo ed il giudice Arcibaldo Miller. In quelle occasioni non abbiamo parlato dell’ imminente giudizio di costituzionalità del cosiddetto Lodo Alfano, ma soltanto della candidatura per la presidenza della Regione Campania. Nego che l’interessamento al giudizio di costituzionalità del Lodo Alfano sia stato posto in corrispettivo con i vertici del partito della candidatura dell’onorevole Cosentino”. Mentre dice di non ricordare se alla riunione fosse presente anche Antonio Martone, ex avvocato generale della Cassazione.

Proprio su Cosentino, Lombardi ha affermato che gli chiese se conoscesse qualcuno in Cassazione perché, per il 28 gennaio 2010, data fissata per la discussione del ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare. “Poiché era previsto uno sciopero degli avvocati – precisa Lombardi – io ho chiamato il presidente Vincenzo Carbone (congedatosi nei giorni scorsi, ndr) per sapere se il ricorso sarebbe stato comunque trattato”.

Sugli incarichi direttivi a cui avrebbero ambito alcuni magistrati (tra i quali Alfonso Marra, Gianfranco Izzo, Paolo Albano), Lombardi ha raccontato: “Sono persone -con le quali ho rapporti di amicizia ultraventennale. Lo hanno chiesto proprio a me perché ho molte conoscenze e amicizie nell’ambiente politico e giudiziario. Si sa come queste nomine siano influenzate in maniera determinante dalle quattro correnti in seno all’Anm ed alla politica, che puo’ fare tutto. Preciso che i contatti che ho avuto per sollecitare le nomine agli incarichi di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare li ho intrattenuti con due consiglieri togati del Csm e con due componenti laici”. Lombardi ha negato di aver avuto contatti col vicepresidente del Csm Nicola Mancino, tuttavia ci sarebbe una telefonata avvenuta nel novembre 2009 subito dopo l’incontro con l’ex ministro. Il tentativo sarebbe stato quello di sostenere Marra (per il quale il Csm ha aperto una procedura di trasferimento) alla nomina a presidente della Corte d’Appello di Milano, poi avvenuta.

Infine, sull’esclusione della Lista Formigoni alle regionali in Lombardia, l’ex tributarista ha detto di aver contattato Marra per conoscere l’esito del giudizio.

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