Manovra, ok del Senato: Enti locali protestano

di Redazione

Aula del Senato ROMA. L’Aula del Senato ha votato la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento al decreto che prevede la manovra correttiva 2011-12 da 25 miliardi di euro.

Su 306 votanti, i sì alla fiducia sono stati 170, 136 i no. Pdl, Lega e Mpa hanno votato a favore. Pd, Idv, Udc, Api e Svp contro. I senatori a vita non hanno partecipato al voto.

Ora il decreto passerà alla Camera per la seconda lettura. Restano nella manovra il taglio di 8,5 miliardi per le Regioni e il rinvio a fine anno delle multe sulle quote latte, voluto dalla Lega.

“Questa manovra è fortemente iniqua e recessiva destinata ad impoverire il Paese di ogni prospettiva di crescita e sviluppo”, ha affermato la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, nel suo intervento in Aula al Senato sulla manovra. Di parere opposto il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri: “Grazie alla manovra apriremo una stagione di crescita e sviluppo”. Gasparri sottolinea “il forte consenso delle parti sociali”. Il premier Silvio Berlusconi ha ribadito la necessità di approvare velocemente il decreto, “come chiesto anche dall’Europa”. Il Pd invece annuncia manifestazioni in tutta Italia il 16 e 17 luglio contro la manovra.

Intanto, le Regioni hanno deciso di non riconsegnare le deleghe. Per confermare “l’unità piena della Conferenza delle Regioni e delle province autonome la decisione della riconsegna delle deleghe viene accantonata” scrivono, all’unanimità, i presidenti delle Regioni in un documento nel quale si dicono “fiduciosi che il percorso delineato di confronto con il governo abbia un esito pienamente positivo”. Le Regioni sottolineano “tutte le posizioni contenute nei documenti assunti in queste settimane sulla manovra che considera insostenibile per le ricadute sui bilanci regionali”. “Alle deleghe trasferite debbano corrispondere le relative risorse”, precisano i governatori.

Giovedì i governatori torneranno a riunirsi per valutare le mosse future, a maggior ragione adesso che non ci sono più spazi per intervenire in manovra. Molte altre le altre categorie sul piede di guerra, a cui però è toccata miglior sorte: dai disabili che chiedevano modifiche alla soglia di invalidità, ai farmacisti che volevano una più equa distribuzione dei sacrifici, dai magistrati fino a Province e Comuni e sono state accontentante con la promessa di maggiori spazi per l’autonomia impositiva con il federalismo fiscale.

I Comuni esprimeranno in Conferenza Unificata parere negativo sulla manovra. Lo ha detto Il presidente dell’Anci, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, al termine del Consiglio nazionale dell’Associazione dei Comuni anticipando quanto è scritto in un ordine del giorno che è stato approvato dall’assemblea dei sindaci con l’astensione di sei amministratori (Udc e Rifondazione comunista) ha detto che dalla Conferenza Unificata dei Comuni arriverà un parere negativo formale. Dunque anche sul fronte dei sindaci, dopo quello dei presidenti di Regione, il governo potrebbe ricevere un’opposizione trasversale.

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