Intercettazioni, approvato emendamento “allenta bavaglio”

di Redazione

 ROMA. La commissione Giustizia della Camera ha approvato l’emendamento presentato dal governo al disegno di legge sulle intercettazioni.

La proposta di modifica prevede sostanzialmente la possibilità di pubblicare le intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini.

A favore della proposta di modifica ha votato la maggioranza insieme ai rappresentanti di Pd e Udc. Solo l’Italia dei Valori ha votato contro. “Rispetto al precedente testo – spiega il deputato centrista Roberto Rao – è comunque una riduzione del danno e comunque c’è la fissazione del termine entro il quale celebrare l’udienza filtro che è fondamentale”.

Il capogruppo del Pdl in commissione, Enrico Costa, ha espresso soddisfazione: “Questo voto è senz’altro un fatto importante. L’opposizione, nonostante le critiche e l’ostruzionismo, evidentemente non poteva fare altrimenti. L’emendamento del governo, infatti, conteneva molte delle loro richieste di modifica. Auspichiamo adesso un atteggiamento altrettanto responsabile dell’opposizione nel prosieguo dell’esame del ddl”. Secondo Costa, i lavori della commissione sul ddl si chiuderanno al più presto. “Senz’altro saremo pronti per il 29”, giorno in cui è atteso il provvedimento in aula.

Intanto, slitta il parere redatto dalla VI commissione del Consiglio superiore della magistratura sul ddl intercettazioni. Il parere non è stato infatti discusso nel corso del plenum di oggi perché il Quirinale non ha avuto “tempo per esprimersi” sull’ordine del giorno aggiunto e “in 24 ore non è arrivato l’assenso” a discutere la pratica. E’ stato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino a riferirlo in apertura del plenum sottolineando una “distrazione della burocrazia interna”, in base alla quale c’era la convinzione che il Quirinale avesse dato il via libera a quell’ordine del giorno aggiunto. Mancino ha quindi invitato il Csm a “usare la ragione piuttosto che la legittimazione”, rinviando la discussione del parere al nuovo Csm (l’attuale consiliatura scade a fine luglio). Il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli ha sollecitato l’attuale plenum ad occuparsi solo di pratiche gestionali senza affrontare “impegni che hanno influenza sul futuro”. Alle parole di Mancino ha replicato il togato di Magistratura Democratica Livio Pepino che ha fatto notare: “Non siamo consiglieri dimezzati e mi ritengo legittimato a discutere il parere sulle intercettazioni” e altre pratiche rimaste sospese.

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