Il Vaticano introduce il reato di pedopornografia

di Redazione

San PietroROMA. Giro di vite in Vaticano sui “delitti eccezionalmente gravi”. La Santa Sede ha pubblicato l’aggiornamento delle norme canoniche sui Delicta graviora del 2001 che accompagnava il “Sacramentorum sanctitatis tutela”, firmato nel 2001 da Giovanni Paolo II, …

… nel quale si affrontava il tema degli abusi da parte di sacerdoti. Oltre all’attesa sezione per combattere la pedofilia nella Chiesa, stabilisce norme più dure in materie come l’ordinazione femminile e l’eresia. La normativa è firmata dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Levada e per approvazione da Papa Benedetto XVI e afferma in maniera esplicita che nei casi di abusi su minori da parte dei preti “si deve seguire la legge civile per quanto riguarda la denuncia dei crimini alle appropriate autorità”.

Tra le nuove norme, procedure più spedite per la dimissione dallo stato clericale di un sacerdote pedofilo, l’introduzione del reato della pedopornografia, la prescrizione allungata da dieci a venti anni, l’introduzione di laici nei tribunali ecclesiastici che si occupano di pedofilia, l’equiparazione ai minori delle “persone con limitato uso della ragione”. La normativa è stata approvata dal Papa lo scorso 21 maggio.

In particolare, il Vaticano attribuisce maggior potere alla Congregazione per la dottrina della fede, il dicastero responsabile dell’otrodossia cattolica guidata a lungo dall’attuale Papa Ratzinger: “Più specificamente – spiega padre Federico Lombardi – sono stati inseriti: i delitti contro la fede (cioè eresia, apostasia e scisma), per i quali sono normalmente competenti gli Ordinari, ma la Congregazione diventa competente in caso di appello; la registrazione e divulgazione compiute maliziosamente delle confessioni sacramentali, sulle quali già era stato emesso un decreto di condanna nel 1988; l’attentata ordinazione delle donne, sulla quale pure esisteva già un decreto del 2007″.

Le nuove norme sono contenute in una Lettera indirizzata ai vescovi di tutto il mondo che è in attuazione del motu proprio di Giovanni Paolo II “Sacramentorum sanctis tutela” che nel 2001 stabilì la competenza della Congregazione della Dottrina della Fede sui “delitti più gravi”. “Le norme dell’ordinamento canonico per trattare i delitti di abuso sessuale di membri del clero nei confronti di minori sono state pubblicate oggi – rileva padre Lombardi – in forma organica e aggiornata, in un documento che si riferisce a tutti i delitti che la Chiesa considera eccezionalmente gravi e che perciò sono sottoposti alla competenza del Tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede: oltre agli abusi sessuali si tratta di delitti contro la fede e contro i sacramenti dell’eucarestia, della penitenza e dell’ordine”. In quanto ai processi, “si ripropone – aggiunge Lombardi – la normativa sulla confidenzialità dei processi, a tutela della dignità di tutte le persone coinvolte”. Inoltre, precisa il portavoce vaticano, “trattandosi di norme interne all’ordinamento canonico, di competenza cioè della Chiesa, non trattano l’argomento della denuncia alle autorità civili”.

Nessuna modifica normativa da parte del Vaticano, dunque, sul delicato tema della collaborazione tra giustizia canonica e giustizia civile nel caso un prete sia accusato di pedofilia. L’aggiornamento delle vigenti norme in materia non prescrive – né vieta – la denuncia alle autorità civili da parte di un vescovo o di un sacerdote a conoscenza di abusi sessuali su minori. “Un punto che non viene toccato, mentre spesso è oggetto di discussione in questi tempi, riguarda la collaborazione con le autorità civili. Bisogna tener conto che le Norme ora pubblicate sono parte dell’ordinamento penale canonico, in sé completo e pienamente distinto da quello degli Stati”, ha detto il portavoce vaticano Lombardi. La Congregazione per la Dottrina della Fede “sta attualmente studiando come aiutare gli Episcopati del mondo a formulare e sviluppare in modo coerente ed efficace le indicazioni e direttive necessarie ad affrontare la problematica degli abusi sessuali di minori da parte di membri del clero o nell’ambito di attività o istituzioni connesse alla Chiesa, con riguardo alla situazione e ai problemi della società in cui operano”.

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