“Futuro e Libertà”, ecco il gruppo dei finiani alla Camera

di Redazione

Bocchino e FiniROMA. Ora, dopo la rottura definitiva con Berlusconi e l’annuncio della costituzione del gruppo parlamentare “Futuro e Libertà”, tutti si chiedono:ma su quanti può contare Gianfranco Fini?

E’ stato dato formale annuncio, venerdì, all’inizio della seduta pomeridiana della Camera, della costituzione del gruppo “Futuro e libertà per l’Italia”. Il presidente di turno, Maurizio Lupi, ha letto i nomi di coloro che hanno aderito al nuovo gruppo, il cui nome era stato anticipato da Generazione Italia. Trentatré in tutto coloro che ne fanno parte. Nell’ordine: Enzo Raisi, Italo Bocchino, Luca Barbareschi, Maria Grazia Siliquini, Benedetto Della Vedova, Angela Napoli, Francesco Proietti Cosimi, Aldo Di Biagio, Francesco Divella, Claudio Barbaro, Antonio Bonfiglio, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti, Flavia Perina, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Giorgio Conte, Luca Bellotti, Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Bongiorno, Catia Polidori, Carmine Patarino, Giulia Cosenza, Silvano Moffa, Mirko Tremaglia, Adolfo Urso, Roberto Menia, Giuseppe Consolo, Giuseppe Angeli, Souad Sbai.

Il “reggente” del gruppo è Giorgio Conte. In Aula Lupi ha detto infatti che in attesa della costituzione degli organi e dell’elezione del capogruppo, “la rappresentanza è assicurata da Giorgio Conte”. Ciò significa che sarà lui a partecipare alle eventuali riunioni della Conferenza dei capigruppo. Giorgio Conte, 49 anni, vicentino, è deputato in questa legislatura dal 10 giugno scorso, quando è subentrato a Elisabetta Gardini, a sua volta entrata al Parlamento europeo. Conte è però stato deputato anche nelle due precedenti legislature, durante le quali è stato membro della Commissione Affari costituzionali.

Se i 33 deputati sono ormai cosa certa, per conoscere i numeri al Senato bisognerà aspettare invece fino a lunedì, anche se a Palazzo Madama i finiani dovrebbero raggiungere almeno i dieci senatori. Al Senato, con Fini potrebbero schierarsi tre esponenti dell’Mpa e almeno un ex azzurro per ora tenuto ’coperto’. I membri del partito di Raffaele Lombardo che potrebbero partecipare all’esperienza finiana a Palazzo Madama sarebbero Giovanni Pistorio, Vincenzo Oliva e Sebastiano Burgaretta. La pattuglia finiana dovrebbe poi contare su Franco Pontone, Maurizio Saia, Giuseppe Valditara, Mario Baldassarri, Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Giuseppe Menardi e Pasquale Viespoli. Ancora in bilico sarebbero invece Andrea Augello (in queste ore in stretto contatto con Gianni Alemanno e orientato a non prendere parte all’esperienza) Laura Allegrini e Oreste Tofani. Verso il no, invece, Cesare Cursi, Antonio Paravia e Candido De Angelis.

Il Pdl contava fino ad oggi su 271 deputati, secondo quanto riportato dal sito Internet della Camera , che scenderebbero a circa 240 se si confermasse la diaspora di una trentina di finiani. Considerato che gli alleati della Lega Nord contano 59 deputati, il rimanente Pdl più la sola Lega Nord non riuscirebbe a raggiungere la maggioranza assoluta a Montecitorio, che è di 316 deputati. Di vitale importanza per il governo, se volesse fare a meno dei finiani, diventerebbe quindi confermare ed eventualmente ottenere nuovi consensi nel gruppo Misto, che comprende 31 deputati. Di questi otto sono del partito di Francesco Rutelli, Alleanza per l’Italia; sei del Partito liberale italiano, tre dei Repubblicani regionalisti, 4 dei Liberal democratici, 5 del Movimento per le Autonomia e 3 delle minoranze linguistiche. Ci sono infine due deputati non iscritti ad alcuna componente. L’Mpa ed altri 5 deputati del misto hanno finora sostenuto il governo. Al Senato attualmente il Pdl conta 145 aderenti. La maggioranza può contare anche su 26 leghisti e su 3 aderenti all’Mpa per un totale di 171 senatori su una maggioranza assoluta, al netto dei senatori a vita, di 158 voti. I finiani qui dovrebbero essere tra i 10 e i 14.

LA CARTA UDC. Proprio i numeri della nuova maggioranza che si creerebbe con l’uscita dei finiani dal Pdl, avrebbe spinto il premier a tentare la carta Udc. A quanto si apprende, Berlusconi avrebbe preso visione di una lista di deputati e senatori centristi con note a margine per valutare chi di loro sia più ‘suscettibile’ di un addio al gruppo di Pier Ferdinando Casini. Tra i parlamentari contattati dal premier ci sarebbero Renzo Lusetti, già transfugo in questa legislatura dal Pd all’Udc, e la senatrice Dorina Bianchi, anche lei eletta con il Pd e poi tornata in questa legislatura con i centristi. Il tentativo di Berlusconi tuttavia, riferiscono fonti centriste, non ha avuto successo. Anzi. Attraverso il portavoce Udc Antonio De Poli denuncia l”indecente campagna acquisti’ in corso un queste ore in Parlamento. De Poli consiglia “a tutti di non perdere il senso della misura e di mantenere un comportamento serio e responsabile poiché le conseguenze potrebbero gettare grave discredito sulle istituzioni e generare effetti davvero spiacevoli”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico