Berlusconi: “Fini ha iniettato nel Pdl il virus della disgregazione”

di Redazione

Silvio Berlusconi ROMA. È scontro a distanza quello tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Al presidente della Camera, che ha fatto sapere di non avere intenzione di lasciare lo scranno più alto di Montecitorio e che ha accusato il premier di essere illiberale, il Cavaliere ha risposto che i veri illiberali sono Fini e i suoi fedelissimi.

Un’accusa che si aggiunge a quella di “viltà politica” già rivoltagli dal portavoce Capezzone. “Abbiamo i numeri per andare avanti – assicura Berlusconi -, così come abbiamo ben chiaro il programma da completare”, dice il premier in un audiomessaggio ai promotori della Libertà. “Abbiamo promesso agli italiani un Paese più moderno, più libero, più sicuro, più prospero, meno oppresso dal fisco e dalla burocrazia – spiega il Cavaliere -. Vogliamo riuscire a realizzarlo entro la fine di questa legislatura”, aggiunge.

In serata, prima di andare al castello di Tor Crescenza a una cena offerta da 25 deputate del Pdl per i saluti estivi, al vertice del partito ha fatto vedere i sondaggi riservati in cui, se si votasse oggi, la formazione di Fini viene accreditata dell’1-3% se si presentasse da sola, dell’1-2% se passasse con il centrosinistra, ma se si alleasse con il centrodestra avrebbe valori più alti.

Nel discorso rivolto ai promotori della Libertà, Berlusconi torna a giustificare lo strappo con il leader di Montecitorio. “Grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza” spiega. “Per due anni – aggiunge -, mentre il governo affrontava con successo sfide difficilissime, prima fra tutte la crisi economica più grave dal 1929, riuscendo a tutelare le famiglie e le imprese e a portare l’Italia fuori dalle difficoltà meglio di tutti gli altri paesi europei, altri all’interno della nostra formazione politica remavano contro”. Quindi la replica, durissima, alle parole dell’ex leader di An è durissima. Il premier accusa Fini “e i deputati che l’hanno seguito” di aver riportato in vita “metodi peggiori della Prima Repubblica, dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto” e di aver iniettato nel Pdl “il virus della disgregazione”.

Nel suo messaggio audio, il premier ribadisce inoltre a Fini l’invito a lasciare la presidenza della Camera. “Nel luglio del 1969, verificatosi una situazione di divisione analoga nel Partito Socialista con la sinistra socialista, il presidente Pertini, che era un grande uomo e che aveva aderito alla sinistra, ritenne doveroso dimettersi e mandò a tutti una lettera con questa dichiarazione: ‘Correttezza vuole ch’io metta a vostra disposizione il mandato da voi affidatomi’. Spero che Pertini possa insegnare a qualcuno il modo in cui ci si debba comportare”.

In mattinata il premier, a margine della riunione dell’esecutivo, aveva voluto rassicurare il finiano Andrea Ronchi, ribadendo il concetto già espresso giovedì, quando aveva spiegato che sulla permanenza dei finiani al governo avrebbe deciso il governo, ma per quanto lo riguardava personalmente non avrebbe avuto difficoltà a continuare la collaborazione con i “validi ministri”.

Al termine del Cdm, Berlusconi ha ricevuto per una ventina di minuti a Palazzo Chigi i vertici della Lega Nord. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha fatto sapere che “il governo porterà a termine la legislatura”, seppure con maggiori difficoltà: “Nonostante queste tensioni e queste fibrillazioni, il governo mantiene una sua maggioranza e la capacità di portare a compimento il suo programma. Certo, sarà una navigazione più a vista”.

Berlusconi ha assicurato che il governo è solido e che altrettanto solida è la sua maggioranza. Allo stesso modo il capogruppo dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha risposto venerdì mattina alla Camera alla richiesta del Pd di un intervento in aula del premier per riferire sulla situazione dicendo che “non vi è alcun motivo” che ciò avvenga, perché quello verificatosi è stato semplicemente un “chiarimento” politico interno al partito di maggioranza relativa che non ha ripercussioni sull’esecutivo. Italia dei valori ha annunciato ostruzionismo in aula fino a quando Berlusconi non verrà a riferire in aula.

Dopo il vertice con Berlusconi, Umberto Bossi ha raccolto i suoi alla Camera. Nel corso della riunione, il leader della Lega Nord avrebbe rassicurato i suoi consiglieri sulla tenuta del governo, così come gli avrebbe garantito Berlusconi. Il Senatùr ha alzato il dito medio ai giornalisti che chiedevano di eventuali elezioni anticipate. Un gesto eloquente, che dà la misura della tensione che sta vivendo l’alleanza di governo dopo la cacciata dei finiani dal Pdl e la formalizzazione del nuovo gruppo Futuro e libertà alla Camera. Quando al leader leghista è stato chiesto un commento sullo strappo tra Berlusconi e Fini, ha risposto: “Speriamo che tutti e due usino il cervello e il cuore”.

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