Argentina, si ai matrimoni omosessuali

di Redazione

 BUENOS AIRES. La cattolicissima Argentina è il primo Paese sudamericano a legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

La legge è entrata in vigore giovedì 15 luglio dopo il voto del Senato, così sentito, da essere trasmesso in diretta tv.

Il provvedimento, sostenuto dal governo di centrosinistra del presidente Cristina Kirchner, è stata approvato con 33 voti a favore e 27 contrari dopo un estenuante dibattito di 15 ore. La legge modifica il codice civile in cui non sarà più citato il matrimonio come l’unione di marito e moglie ma come “parti unite in matrimonio”.

Le coppie avranno gli stessi identici diritti di quelle eterosessuali, sia per le adozioni e l’assistenza sanitaria. Nel resto del mondo i matrimoni gay sono consentiti in Olanda, Belgio, Spagna, Canada, Sud Africa, Norvegia, Svezia, Portogallo e Islanda.

In Italia, invece, lo scorso aprile la Corte costituzionale ha respinto i ricorsi sui matrimoni gay. Nelle motivazioni la Consulta fa riferimento alla discrezionalità del legislatore, cui compete la regolamentazione della materia. Il caso in discussione prendeva le mosse dal ricorso presentato da tre coppie omosessuali contro la decisione del Tribunale di Venezia e della Corte d’Appello di Trento di giudicare legittimo il rifiuto opposto dall’ufficiale dello stato civile di quei due Comuni a procedere alla pubblicazione di matrimonio resa da individui dello stesso sesso. In udienza, i legali delle coppie gay hanno sostenuto che spetta alla Corte Costituzionale abolire quella che ritengono essere una discriminazione sessuale, mentre l’Avvocatura generale dello Stato ha ribadito la competenza in materia del legislatore e dunque del Parlamento, nonché la necessità dell’elemento della diversità di sesso per definire come “matrimonio” l’unione fra due individui.

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