Duplice omicidio di camorra: incastrati i due killer di Setola

di Redazione

Alessandro Cirillo e Giovanni LetiziaCASTEL VOLTURNO. I carabinieri del comando provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due elementi di vertice della fazione Bidognetti del clan dei casalesi.

Si tratta di Alessandro Cirillo, detto “’O Sergente”, e di Giovanni Letizia, entrambi già in carcere dal 2008 per aver fatto parte dell’ala stragista, di derivazione bidognettiana, capeggiata dal boss Giuseppe Setola. Il nuovo provvedimento emesso nei loro confronti riguarda il duplice omicidio di Giulio Luise e Tommaso Caterino, avvenuto a Castel Volturno (Caserta) il 7 marzo 2001. La misura cautelare è stata eseguita presso le case circondariali di Milano e Cuneo, dove Cirillo e Letizia si trovano rispettivamente ristretti in regime di 41 bis.

Le indagini coordinate dalla Dda di Napoli (sostituti procuratori Federico Cafiero de Raho, Raffaelllo Falcone e Giovanni Conzo), ed eseguite dai carabinieri di Caserta, attraverso l’incrocio e l’analisi di dati provenienti dalle indagini dell’epoca, e coadiuvate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno chiarito alcuni aspetti fondamentali dell’eclatante attentato camorristico, permettendo di rileggere in maniera compiuta sia le dinamiche sia i moventi che lo determinarono.

LA DINAMICA. Il 7 marzo 2001,alle ore 12.30 circa, a Castel Volturno, sulla variante Domitiana, venivano inseguiti, raggiunti ed assassinati Luise e Caterino, raggiunti da più colpi d’arma da fuoco esplosi da due killer. Mentre era in atto l’agguato, sulla carreggiata opposta, in direzione Roma, transitava un’autovettura di servizio del comando carabinieri Marina di Roma, con a bordo un ufficiale dell’Arma e l’autista, i quali cercarono invano di impedire l’omicidio e di bloccare gli assassini, ingaggiando un prolungato conflitto a fuoco. I due sicari, favoriti dalla carreggiata libera nel loro senso di marcia, direzione Napoli, si allontanarono velocemente a bordo della loro autovettura, lasciando esanimi le vittime, che vennero soccorse e trasportate al pronto soccorso della clinica Pineta Grande di Castelvolturno, dove Caterino giunse già morto mentre Luise morì poco dopo. I due, già noti alle forze dell’ordine, risultavano essere affiliati al clan dei casalesi. In particolare, Luise, arrestato a seguito dell’operazione “Spartacus II”, risultava essere un elemento di spicco del sodalizio criminale e capozona per il comune di Castel Volturno.

LUISE ERA RITENUTO “INAFFIDABILE”. Da un’ordinanza emessa l’11 ottobre 1996, emergeva che lo stesso Luise, dopo aver fatto parte del gruppo Caterino-De Falco, contrapposto a quello dei Bidognetti, nel 1993 tornò in quest’ultima fazione. Nello specifico Luise veniva indicato quale capo di un’organizzazione operante a Castel Volturno, nella quale risultavano inseriti personaggi quali Isacco Coppola, Pasquale Morrone, Andrea Conte, Maurizio Lavoro, Tommaso Vitolo, Alessandro Gravante, Aldo Russo, Domenico D’Alterio e Francesco Di Maio. Come emerso dalle diverse dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, nel periodo antecedente al duplice omicidio, i vertici del clan avevano ridisegnato la geografia criminale assegnando ai bidognettiani proprio l’area di Castel Volturno. Pertanto, su incarico dei vertici della famiglia Bidognetti, venne deciso, pianificato ed attuato il duplice omicidio Luise-Caterino anche se l’obiettivo del commando era il solo Luise, mentre Caterino si trovava casualmente in compagnia del capozona di Castel Volturno. Il movente è risultato poi essere la “destituzione” da capozona, ritenuto meno affidabile e proveniente dalle file di contrapposto clan, in favore di Alessandro Cirillo. Peraltro, la vittima aveva iniziato a manifestare insoddisfazione anche attraverso la conduzione di attività illecite poste in essere senza il consenso del gruppo criminale nel quale era organicamente inserito.

L’ASCESA DI CIRILLO E LETIZIA NEL CLAN. All’epoca dell’efferato duplice omicidio, Cirillo e Letizia avevano ormai intrapreso la scalata ai vertici della camorra casalese, che li avrebbe poi portati ad essere esponenti di vertice, fino a far parte di quel gruppo di fuoco capeggiato da Setola, che tra il 2008 ed il 200, tanto sangue e terrore ha seminato nelle province di Caserta e Napoli. I due killer furono arrestati dai carabinieri di Caserta, insieme a Oreste Spagnuolo (oggi pentito), il 30 settembre 2008 in via Grotte del Sole, a Giugliano (Napoli), all’interno di due villette dove fu rinvenuto un vero e propria arsenale. Pochi mesi dopo, ad inizio gennaio, fu catturato anche il boss Setola a Mignano Montelungo.

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