Brancaccio: “Ci manca solo che Zinzi obblighi a parlare il marcianisano”

di Redazione

Angelo BrancaccioCASERTA. “Ci manca solo che il presidente Zinzi imponga in Provincia di parlare solo il dialetto marcianisano e, poi, l’opera del nuovo padrone di corso Trieste è completa”.

E’ sarcastico il commento del consigliere dei “Popolari per il Sud” Angelo Brancaccio dopo l’ennesimo provvedimento introdotto senza una minima forma di concertazione dal direttore generale che colpisce il personale.

“E’ tradizione consolidata di anni che il rientro pomeridiano per i dipendenti della Provincia sia previsto il martedì e il giovedì. In base a questi turni, il personale ha organizzato la propria vita privata, conciliando le varie esigenze familiari – ha spiegato Brancaccio – oggi, il padrone, con l’ausilio tecnico del suo vicario e di nessun altro, come impone lo Zinzi style, ha fissato il rientro al lunedì e al giovedì creando non poche difficoltà tra il personale”. Il mastelliano spiega come, dietro questa mossa, ci sia un’esigenza ben precisa. “Il nostro presidente part-time – ha detto – il martedì è in parlamento e quindi è impegnato. Essendo comodo il lunedì pomeriggio, ha anticipato di un giorno uno dei rientri dei dipendenti. Speriamo che, almeno, in questa stessa giornata siano disponibili anche i professori… anche per loro è difficile ritagliare un po’ di tempo per la provincia…”.

Brancaccio esprime solidarietà ai dipendenti e alle organizzazioni sindacali, che, ancora una volta, hanno visto mortificare il loro ruolo. “Senza strumentalizzazioni di sorta – spiega – sono pronto a sostenere qualsiasi tipo di iniziativa abbiano intenzione di intraprendere a tutela della loro funzione”. A proposito di personale, Brancaccio ricorda a Zinzi di essere ancora in attesa di una risposta sulle progressioni verticali. “Cosa ha intenzione di fare Zinzi con i concorsi interni? Perché non dice nulla? Perché non risponde alla mia richiesta? – ha detto – mica sta aspettando che scade il termine consentito dalla legge per poter effettuare le selezioni in modo da utilizzare i soldi già appostati in bilancio per coprire i costi di alcune consulenze o di qualche altro impegno elettorale?”.

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