“Ortaggi all’amianto” scoperti nel napoletano

di Redazione

 NAPOLI. Amianto e altri rifiuti tossici pericolosi tra cui vernici, diluenti e solventi, venivano interrati nei fondi agricoli coltivati del Napoletano da un’organizzazione criminale che faceva scomparire così tonnellate di rifiuti speciali.

E’ lo scenario inquietante emerso dall’operazione ‘Triangolo delle Bermude’, messo in luce dalla Guardia Costiera e della polizia ambientale su disposizione della procura di Torre Annunziata. Tre le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite; sequestrato il fondo agricolo di due ettari, sito nel comune di Boscoreale, in cui i rifiuti venivano interrati.

L’operazione, così denonimata perché ha riguardato illeciti ambientali perpetrati in tre comuni del Vesuviano (Boscoreale, Poggiomarino e Striano) è il frutto di oltre un anno di indagini che hanno permesso di accertare l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. L’interramento dei rifiuti speciali provocava, infatti, l’avvelenamento della falda acquifera sottostante, dei pozzi adibiti per la captazione delle acque di falda destinate ad uso irriguo-agricolo, oltre che delle coltivazioni (ortaggi-verdure-nocciole) destinate ai consumatori.

I rifiuti pericolosi venivano di volta in volta mescolati con ingenti quantitativi di altri rifiuti speciali provenienti dalla lavorazione dei prodotti delle aziende ortofrutticole coinvolte, per poi finire interrati nei terreni del Vesuviano, in particolare nelle campagne dei comuni di Poggiomarino e Boscoreale. I rifiuti venivano caricati su camion e trasportati nel fondo agricolo chiuso e recintato dove enormi canaloni realizzati con mezzi meccanici raccoglievano le scorie. Man mano che i canaloni si riempivano, questi venivano interrati per poi realizzarne parallelamente degli altri.

Tutta l’attività illecita è stata scoperta grazie all’utilizzo di un sofisticato sistema di video-riprese con microcamere collocate in punti strategici. Ma anche con servizi di osservazione, controllo e pedinamento e sopralluoghi. Le indagini hanno consentito di accertare che nell’ultimo anno sono state smaltite illecitamente oltre 6mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi. L’operazione è nata da un filone dell’operazione Veleno che nel dicembre del 2008 portò all’arresto di quattro persone.

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