Acqua pubblica, raccolte 1500 firme a San Nicola

di Redazione

 SAN NICOLA LA STRADA. “I cittadini sannicolesi stanno rispondendo massicciamente alla campagna di sottoscrizione contro la privatizzazione dell’acqua pubblica”.

Ad affermarlo è il professor Nicola Tiscione, uno dei promotori della nascita del Comitato Civico per la difesa della gestione pubblica dell’acqua. “Il nostro comitato ha superato le 700 firme ed altrettanto ha fatto il comitato che fa capo alla signora Moretta. Dunque – ha aggiunto l’ex sindaco di San Nicola La Strada – oltre 1500 firme per sostenere la lotta contro il Governo che vuole privatizzare l’acqua, che è un bene unico insostituibile”. Il “Forum dei Movimenti per l’Acqua” ha fatto sapere che la raccolta delle firme per i tre quesiti referendari è a buon punto. Sarebbero, sino a sabato scorso, a due mesi dall’inizio della raccolta delle firme, sono oltre 1 milione le firme raccolte in tutt’Italia, segno tangibile di come sia molto sentito da parte degli italiani il problema della paventata privatizzazione dell’acqua.

Il neo Comitato Civico per la difesa della gestione pubblica dell’acqua, costituito lo scorso mese di marzo fa presso la parrocchia Santa Maria della Pietà, sito alla Rotonda, e di cui ne fanno parte Nicola Tiscione, già sindaco di San Nicola La Strada, Luigi Fronzino, Vincenzo Stellato, Rosario Pasquariello, Giuseppe Ricciardi, Mariano De Matteis, farmacista e componente del ComEr, don Oreste Farina, ha fatto sapere che la raccolta di firme continuerà sino alla fine dei novanta giorni disponibili per la raccolta delle firme. I contenuti dei tre quesiti che mirano ad abolire le disposizioni in questione sono: nel primo si chiede l’abrogazione dell’art 23 bis – legge 166 del 2009(Servizi pubblici locali di rilevanza economica). Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Nel secondo quesito si chiede l’abrogazione dell’art. 150 del Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (norme in materia ambientale) che riguarda la “Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento”.

Infine il terzo quesito chiede sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (tariffa del servizio idrico integrato) del decreto legislativo n. 152 del 2006 (norme in materia ambientale), limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. “Se il governo crede di aver chiuso la partita dovrà ricredersi”, ha detto Nicola Tiscione. “l mezzo referendario – ha sottolineato Tiscione – è lo strumento per rimettere in moto la politica in questo periodo di grande disaffezione. la raccolta delle firme sarà un grande momento di azione politica collettiva. Chi pagherebbe il prezzo più alto della privatizzazione dell’acqua sarebbero i poveri. La nostra vittoria servirà non solo al nostro paese ma anche a dare una scossa all’Unione Europea. Se Parigi ha ripubblicizzato l’acqua – ha concluso Tiscione – se nelle Costituzioni di Bolivia e Uruguay l’acqua è definito bene comune non mercificabile, possiamo farcela anche noi”.

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