Rai, il premier: “Troppo faziosa, tentato a non firmare contratto”

di Redazione

Viale MazziniROMA. “Da ministro dello Sviluppo economico posso dire che se la Rai non cambia e non smette di essere così faziosa contro la maggioranza sono quasi quasi tentato di non firmare il contratto di servizio pubblico”.

E’ il ragionamento che, secondo quanto riferito da alcuni presenti, Silvio Berlusconi avrebbe svolto in un passaggio del suo intervento all’ufficio di presidenza del Pdl. Parole che tuttavia, secondo una fonte presente, sarebbero state pronunciate in modo scherzoso.

L’uscita del premier arriva all’indomani delle nuove polemiche sul caso Santoro, che ha denunciato di sentirsi “mobbizzato” e che aveva chiesto delucidazioni sul futuro del suo programma Annozero.

ORLANDO (IDV): “NON E’ IL PADRONE DELLA RAI”. “Siamo stanchi delle minacce e dei ricatti del dittatorello Berlusconi. Non è il padrone della Rai e non è più sostenibile il fatto che detenga ancora l’interim dello Sviluppo economico. Sono ancora più gravi e inaudite le sue parole perché lo Sviluppo economico ha anche la delega alle telecomunicazioni. Un maxi-conflittto d’interessi nel conflitto d’interessi. Minaccia giornalisti dalla schiena dritta e vuole imbavagliare la stampa con un ddl anticostituzionale e liberticida”. Lo afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. “Come ho sostenuto nella mia interrogazione – aggiunge l’esponente dipietrista – il contratto di servizio deve, invece, prevedere autonomia e libertà dei direttori di testata e dei giornalisti, senza consentire che il direttore generale sia ancora cinghia di trasmissione agli ordini di Berlusconi”.

META (PD): “RICATTO A CDA SU PALINSENSTI”. “La nostra contrarietà all’interim del presidente Berlusconi per il Ministero dello Sviluppo economico trova conferma nell’incredibile ricatto avanzato nei confronti dei vertici della Rai, che si apprestano a licenziare il palinsesto dei programmi per la prossima stagione, con la minaccia di non firmare il rinnovo del contratto di servizio a causa della ‘faziosita” di alcuni programmi del servizio pubblico. Se non è questo conflitto di interessi, allora di cosa stiamo parlando?”. Così il capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta. “Auspichiamo una ferma risposta da parte dei vertici della Rai ad un simile ed inaudito attacco lesivo dell’autonomia di un’azienda che, finanziata con i soldi dei contribuenti, non può in alcun modo dare l’impressione, – conclude Meta – di piegarsi agli interessi della politica stracciando gli obblighi sanciti nello Statuto aziendale e i doveri del servizio pubblico nell’interesse generale dei cittadini”.

GENTILONI (PD): “E’ UNA FARSA”. “Con la minaccia di non firmare il contratto di servizio il conflitto di interessi del Presidente Berlusconi oltre che una tragedia diventa anche una farsa”: è quanto sostiene Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Partito Democratico. Secondo l’esponente democratico infatti “é ovvio che il proprietario di Mediaset non può firmare quel contratto diventando così anche sul piano formale l’interlocutore-controllore della Rai”. Per Gentiloni “resta la gravità di una minaccia rivolta al vertice Rai in una giornata in cui sono attese importanti decisioni sui palinsesti”. “Ritengo – conclude Gentiloni – che la Commissione di Vigilanza, che sta concludendo l’esame del contratto di servizio, debba chiedere formalmente la fine dell’interim al ministero dello Sviluppo; interim che impedisce l’entrata in vigore del contratto tra lo Stato e la Raì”.

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