Protesta dei magistrati: “Una manovra ingiustamente punitiva”

di Emma Zampella

 ROMA.I magistratiannunciano che incroceranno le braccia in segno di protesta contro la manovra varata dal Governo, in quanto ritenuta “ingiustamente punitiva”.

La decisione comunicata dalla giunta dell’Anm non ha reso noti i giorni né la durata della protesta, ma ha fatto sapere che i vertici della magistratura proporranno al comitato direttivo centrale giornate di protesta e mobilitazione con sospensione del servizio di supplenza. I magistrati non ci stanno ad essere considerati “un costo che grava sulle tasche degli italiani in crisi” piuttosto che un servizio: comprendono il difficile momento ma non sono disposti a passare sopra ai tagli che il Governo ha voluto operare per la loro categoria.

La manovra varata, secondo l’Anm, “incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato, paralizza l’intero sistema giudiziario e scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l’indipendenza e l’autonomia della magistratura ed «incide in misura rilevante sulle retribuzioni dei magistrati nella prima fase della carriera, soprattutto dei più giovani che subiscono una riduzione di stipendio fino al 30 per cento”. La manovra, letta in questo modo, secondo il sindacato dei magistrati, “tende ad allentare i giovani dal mestiere colpendo quindi la categoria in maniera inquina e ingiustificata”.

L’Anm sottopone un esempio a sostegno della propria tesi: “Un pubblico dipendente (magistrato o altro funzionario) con uno stipendio lordo di 150mila euro subirà un taglio di stipendio di 3mila euro lordi l’anno (cioè il 2% dello stipendio), mentre un magistrato di prima nomina con uno stipendio lordo di circa 40mila euro subirà tagli complessivi per circa 10mila euro lordi l’anno”. Il Comitato, infatti, ribadisce “l’assoluta contrarietà alle misure eccessivamente penalizzanti per i magistrati contenute nel decreto legge che, invece, non incide su alcuna delle fonti di spreco delle risorse del settore più volte segnalate. Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese non significa accettare tagli iniqui alle retribuzioni e un’ulteriore destrutturazione del servizio giustizia”.

L’associazione nazionale dei magistrati propone qualche dritta al Governo consigliando di economizzare laddove è utile e necessario farlo, evitando così gli sprechi: “Soppressione dei piccoli Tribunali, delle sezioni distaccate di Tribunale e della metà degli Uffici del Giudice di pace, misure che – osserva l’Anm – consentirebbero di risparmiare, a regime, decine di milioni di euro”. Si propone, inoltre, “il recupero delle pene pecuniarie e delle spese di giustizia, circa 1 miliardo di euro l’anno e la sospensione dei processi con imputati irreperibili, che costano decine di milioni di euro solo per il pagamento delle spese di patrocinio”.

In unanota, Palazzo Chigi si afferma che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sta lavorando con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti su due punti essenziali: la “manovra di stabilizzazione finanziaria” e “su ciò che è necessario e possibile per rendere il nostro Paese competitivo sulla crescita, a partire da un grande progetto di liberalizzazione delle attività economiche”. Quanto alla manovra, aggiunge la nota, è basata “sull’impegno europeo e poi sviluppata attraverso un comune e intenso lavoro di preparazione. Nell’ambito di una grave crisi finanziaria, la più grave nel mondo dopo quella del 1929, il Governo Berlusconi è fermamente convinto di avere fatto la cosa giusta, nel tempo giusto, nell’interesse dell’Italia. Il Governo – si legge ancora – la presenterà in Parlamento forte delle sue convinzioni, certo del senso di responsabilità della sua maggioranza”.

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