Intercettazioni, i finiani: “Testo non ci piace, ci vediamo alla Camera”

di Redazione

Gianfranco FiniROMA. “Non siamo all’ultima spiaggia. Abbiamo grande attenzione e rispetto per le ragioni di giornalisti ed editori, sono vicine alle nostre.

Le quali spesso coincidono con quanto ci dicono dal mondo dei servitori dello stato, magistrati non militanti e uomini delle forze dell’ordine in testa. Ma nessuno deve tirarci per la giacca e dettarci agenda politica e ruolino di marcia”. Lo scrive il vicepresidente dei Deputati del Pdl, Carmelo Briguglio, in un articolo pubblicato sul sito di Generazione Italia, l’associazione del Pdl vicina a Gianfranco Fini.

“Siamo una forza politica – dice Briguglio – ‘sui generis’, allo stato liquido o nascente quanto si vuole, ma una forza riconosciuta che nel centrodestra ha un ruolo e una responsabilità. Non solo e non tanto nei confronti del governo o del Popolo della libertà, ma del popolo italiano”. “Nello specifico – sottolinea Brigluglio – è necessario compiere, sempre e prima, tutti i passaggi di dialogo e mediazione per cambiare ancora un testo che anche nella versione uscita dall’aula del Senato, non ci piace. Per noi non può diventare ancora legge della Repubblica. Perché, a differenza di quanto sostiene il nostro ministro della Giustizia non è ‘un punto di equilibrio’ tra diritti individuali di libertà e legalità. Non ancora. Bisogna lavorarci meglio e di più. Con ragionevolezza e intelligenza. Ascoltando il Paese e la moral suasion, ancorché sine verbis, del Presidente della Repubblica”. “E soprattutto – prosegue – nello spirito nuovo di rapporti che si vuole inaugurare tra maggioranza e minoranza, senza il retropensiero che ogni cambiamento rappresenti un cedimento nei rapporti di forza interni”.

Intercettazioni, intervista a Mariniello (Pdl-Generazione Italia)

“Il sistema obiettivamente poco ragionevole – evidenzia il vicepresidente dei deputati del Pdl – di proroga delle intercettazioni, il divieto di intercettazioni ambientali in luoghi privati anche per reati come mafia e terrorismo, l’esclusione di cui godono i cosiddetti reati-spia della criminalità organizzata come estorsione, riciclaggio, usura e traffico di rifiuti, le stesse sanzioni per giornalisti ed editori restano questioni irrisolte. Questioni che destano grande allarme sociale e poco giustificabili con la violazione della riservatezza”.

“Inutile nascondere la testa sotto la sabbia o rifugiarsi dietro la burocrazia interna e i formalismi – osserva – quando la legge tornerà alla Camera si può e si deve discutere ancora nel merito e trovare soluzione ai problemi che ancora non ce l’hanno”.

“A differenza di dipietristi e conservatori dell’esistente – conclude Briguglio – noi non ci auguriamo che la legge sulle intercettazioni finisca in un binario morto o si suicidi. Vogliamo che venga corretta. Abbiamo fatto una scelta riformista e confidiamo che possa essere produttiva per trovare un onesto punto di equilibrio non soltanto tra i principi della legalità e della privacy, ma anche tra le due destre che li rappresentano politicamente e culturalmente dentro il Pdl”.

Sull’argomento, Pupia ha intervistato Gianmario Mariniello, vicecoordinatore campano del Pdl, assistente parlamentare dell’onorevole Italoa Bocchino e direttore del sito web di Generazione Italia.

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