Lippi e Iaquinta ci riportano a casa: che figura con la Slovacchia!

di Antonio Taglialatela

Marcello LippiL’Italia viene battuta 3-2 dalla Slovacchia nella terza ed ultima gara del girone F, finisce in fondo al girone e, soprattutto, è fuori dai mondiali sudafricani.

Questa la magra figura rimediata dalla selezione azzurra all’Ellis Park, dove gli uomini di Lippi falliscono completamente l’approccio nervoso e tattico alla gara e vanno in difficoltà di fronte alla superiore organizzazione e fisicità degli avversari.

PRIMO TEMPO. L’Italia parte con un 4-1-3-2. Quagliarella è in panchina, in avanti ci sono Di Natale e Iaquinta. In mezzo Montolivo, affiancato da Gattuso e Pepe, con De Rossi davanti alla difesa, composta da Chiellini, Cannavaro al centro e Criscito e Zambrotta sugli esterni. Il primo tempo è un disastro. Al 6’ il gioiellino slovacco Hamsik si rende pericolosissimo con un tiro da fuori che Marchetti riesce a deviare con la punta delle dita. Ma questo è solo l’inizio. Al 25’ un errore da principiante di De Rossi, che “passa” praticamente la palla a Vittek, è la causa dell’1-0 slovacco. Il resto è una costante sottomissione italiana ai gagliardi avversari. In avanti Di Natale non vede nemmeno l’ombra di un pallone giungergli dalle retrovie. Qualche occasione potrebbe averla Iaquinta, ma che Iaquinta sarebbe se non le sciupasse tutte?

SECONDO TEMPO. Nella ripresa Lippi si decide finalmente a far giocare Quagliarella (al posto di Gattuso) e Maggio (che rileva un inutile Criscito). Poi l’entrata di Pirlo, al 50% delle condizioni fisiche. Qualcosa inizia a cambiare: al 22’ gran tiro di Quagliarella salvato sulla linea da Skrtel: dubbi sul fatto che il pallone abbia superato la linea, nemmeno le immagini tv sono chiarissime. Quando sembrava che la partita poteva raddrizzarsi, arriva il raddoppio di Vittek al 28’. Ma un po’ di orgoglio si fa vivo: al 36’ Di Natale accorcia le distanze e qualche minuto dopo Quagliarella buca di nuovo la rete ma il 2-2 viene annullato per un fuorigioco dubbio. Al momento del massimo sforzo, poi, la batosta: il 3-1 di Kopunek. Mancano solo i quattro minuti di recupero e gli azzurri sono spacciati. Tuttavia, Quagliarella delizia il pubblico con un pallonetto che sorprende il portiere avversario. E’ il 3-2, c’è ancora qualche secondo, il miracolo potrebbe anche riuscire, potrebbe compierlo Pepe che però non aggancia un pallone a pochi metri dalla porta. Sul rinvio dal fondo del portiere slovacco l’arbitro fischia la fine.

IL COMMENTO.

Forse aveva ragione Bossi, per vincere dovevamo solo comprarcela la partita. Un commento fatto sì “a caldo”, quindi derivante da delusione mista a rabbia, ma dettato anche dalla consapevolezza della ormai consolidata incapacità della nazionale azzurra di vincere una partita, quando ne avrebbe i mezzi per farlo, nonostante gli errori tangibili di un commissario tecnico che non ha più nulla da dire, non in grado di mantenere lo spirito di squadra che si rivelò fattore determinante per la vittoria del 2006; anzi, in grado solo di complicare le cose, ostinandosi ad utilizzare il suo “parco juventini”, Iaquinta in testa, e anche di qualche ex juventino (come l’inguardabile Zambrotta) limitando la qualità dell’undici in campo. Lo dimostrano i fatti: l’entrata di Quagliarella e Maggio (solo nel secondo tempo) ha cambiato il volto della gara, insieme a Pirlo che, pur a mezzo servizio a causa del recente infortunio, ha dato una lezioncina di calcio a qualche suo compagno che il nostro (ex) ct ritiene da nazionale (non facciamo nomi…anzi si…Marchisio, Criscito e Iaquinta). Certo, ora ci si attaccherà al fatto che il tiro di Quagliarella forse aveva oltrepassato la linea della porta, o che il gol annullato dello stesso attaccante napoletano probabilmente non era in fuorigioco, o che gli slovacchi sono stati fallosi e che perdevano tempo a buttarsi a terra e nelle rimesse. Solo scusanti, la realtà è che Lippi e i suoi hanno voluto perdere una gara che potevano benissimo vincere (così come col Paraguay e la Nuova Zelanda), giocando solo negli ultimi dieci minuti, quando si era con l’acqua alla gola. In quel frangente la Slovacchia sembrava una squadretta. Ciò significa che le capacità c’erano. Ma quel cuore e quella grinta perché negli 80 minuti precedenti erano stati lasciati negli spogliatoi? Mancanza di volontà, di cattiveria agonistica, unita alle scelte (alcune inspiegabili) di Lippi, hanno affondato l’Italia nell’oblio dell’ultimo posto del girone. Bravo Marcello. Dici di assumerti la responsabilità della disfatta? Inutile, tanto era sottointeso, tra l’altro tutti ti risponderanno: “E chi se ne frega…”. Un bravo, ma stavolta sincero e non ironico, a Quagliarella, l’unica consolazione di questo mondiale, con i suoi guizzi e la bellissima rete nel finale. Ora, con Prandelli, si spera che questa fenice azzurra risorga dalle ceneri.

LIPPI E BUFFON. “Mi prendo tutte le responsabilità. Mi dispiace per tutti”, ha detto Lippi al termine della gara. “Ho ritenuto che questa squadra potesse fare delle cose e non l’ho preparata a dovere. Tutto mi sarei aspettato, fuorché che la squadra si esprimesse come nel primo tempo. Mi dispiace di chiudere la mia esperienza con questa maniera. Tutto pensavo, meno che questo. Pensavo di fare qualcosa di diverso. Me ne assumo completamente la responsabilità e di come ho presentato la squadra in queste tre partite. In bocca al lupo al mio successore”. Buffon, il portiere costretto fuori da un infortunio, è realista: “Se in tre partite non riesci a vincerne neanche una è giusto tornare a casa. Bisogna solo capire perché è successo. Con il Paraguay abbiamo fatto la migliore partita. Poi però siamo mancati con la Nuova Zelanda e anche con la Slovacchia. Non abbiamo mai proposto qualcosa che potesse farci pensare di essere forti e competitivi. Speravamo di passare un turno abbordabile, le colpe sono nostre”.

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