Giappone, Naoto Kan è il nuovo premier

di Redazione

Naoto Kan TOKYO. Naoto Kan è il nuovo primo ministro giapponese. Ex vicepremier e ministro delle Finanze, è stato eletto dal Parlamento dopo le dimissioni di Yukio Hatoyama, …

… che ha lasciato l’incarico, con tutto l’esecutivo, dopo la contestatissima decisione di mantenere a Okinawa la base militare Usa.

Poche ore prima dell’elezione a primo ministro Kan, 63 anni, è stato nominato presidente del Partito Democratico, al potere dall’anno scorso dopo 54 anni di dominio liberaldemocratico, in sostituzione dello stesso Hatoyama. Ha ottenuto 291 voti su 420 parlamentari superando il suo unico avversario, il deputati Shinji Tarutoko, che ha avuto 129 preferenze. Dunque, il passo successivo era quasi scontato: Kan ha ottenuto 313 voti alla Camera Bassa, la più potente delle due che compongono il Parlamento giapponese composta da 480 seggi. A Sadakazu Tanigaki, presidente dei Liberaldemocratici, il principale partito di opposizione, sono andati 116 voti. Una votazione simile è seguita alla Camera Alta.

Kan, molto popolare in Giappone, sostiene la necessità del rigore di bilancio e di una riforma del sistema fiscale, con l’aumento della tassa sui consumi. Attivista per i diritti civili negli anni Settanta, è stato tra i fondatori del Partito Democratico nel ’98 e ha sempre avuto un rapporto speciale con Romano Prodi, del quale ha apprezzato lo sforzo per unire forze politiche diverse. “La priorità è ricostruire il Paese e avere un partito in cui tutti i membri possono unirsi e dire insieme ‘questo si può fare'” ha dichiarato il neo premier.

LA QUESTIONE OKINAWA. Hatoyama – eletto 9 mesi fa – si sarebbe dimesso su pressioni dello stesso Partito Democratico, in vista delle elezioni per il rinnovo del Senato a luglio; anche il numero due del partito, Ichiro Ozawa, ha annunciato le proprie dimissioni. L’ex premier – il quarto primo ministro nipponico a dimettersi negli ultimi quattro anni – era in caduta libera nei sondaggi: dal 70% iniziale la sua approvazione era scesa al 24%. A maggio ha ammesso che spostare tutta la base militare statunitensi da Okinawa è “impossibile”; l’ex primo ministro, così, aveva mancato di tenere fede a un impegno solenne preso in campagna elettorale, quello di alleggerire la presenza americana sull’isola che ospita circa la metà dei 47mila militari statunitensi in Giappone.

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