Brancaccio: “Zinzi e la sua giunta part-time”

di Redazione

Angelo Brancaccio CASERTA. “Ancora una falsa partenza per il presidente della Provincia Domenico Zinzi viste le tensioni che si sono registrate in occasione dei lavori della prima giunta”.

E’ il commissario e consigliere provinciale dell’Udeur Angelo Brancaccio a commentare l’esito dei lavori del primo esecutivo che si sono svolti sabato mattina. “Era inevitabile che vi fossero problemi anche in una seduta di semplice insediamento visto che questa giunta nasce senza un metodo e senza un confronto politico – ha detto Brancaccio – non capisco come il presidente possa sperare di risolvere gli innumerevoli problemi che ha il territorio con queste premesse”.

Il leader dell’Udeur sottolinea come, al peccato originale dell’assenza di un metodo politico, questa giunta sconti un altro problema forse ancor più grave. “Siamo di fronte ad un esecutivo e ad un presidente part-time – ha spiegato – non mi risulta che né Zinzi si sia dimesso da parlamentare né i professori abbiano intenzione di mettersi in aspettativa per dedicarsi a tempo pieno all’amministrazione della nostra provincia. E dire che Zinzi ha posto il veto sull’ingresso in giunta dei sindaci perché non sarebbero stati a piena disposizione della provincia con l’unico risultato di rinunciare ad un bagaglio di esperienza e di concretezza amministrativa indispensabile ad un territorio come il nostro. E’ evidente che questa scelta nasce solo dall’esigenza di trovare un equilibrio all’interno del suo partito per stoppare le aspettative legittime di qualche sindaco”.

Brancaccio entra, poi, nel merito degli atti amministrativi approvati in giunta. “Ancora una volta abbiamo guadagnato un primato negativo – ha sottolineato – siamo l’unica provincia della Campania ad aver nominato un direttore generale a centocinquantacinquemila euro all’anno lorde. Zinzi è ormai il padrone della Provincia, grazie anche ad un Pdl silente che ha abbassato la testa e ha votato sì, nonostante i proclami fatti nei giorni scorsi, forse più per ottenere qualche camera di compensazione che per bloccare scelte politiche discutibili”.

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