Jonathan Demme e Ennio Morricone, due premi Oscar al Napoli Film Festival

di Gaetano Bencivenga

Jonathan DemmeEnnio MorriconeNAPOLI. Napoli si tinge di Oscar nelle ultime due serate della 12esima edizione del NFF.

Sbarcano, infatti, nella città partenopea il regista americano Jonathan Demme e il compositore romano Ennio Morricone,per due “incontri ravvicinati”, rispettivamente il 10 e l’11 giugno, che si annunciano intensi e indimenticabili.

Il primo, poliedrico cineasta del panorama hollywoodiano, ama cimentarsi in diversi generi cinematografici, anche se nel thriller raggiunge i migliori risultati sia di critica sia di botteghino. La sua capacità di mescolare elementi di suspence e sottile indagine psicologica si fa già notare nel giovanile “Il segno degli Hannah” (1979), ma si perfeziona nel cult “Il silenzio degli innocenti” (1992), tratto dall’omonimo best seller di Robert Harris, passato alla storia per essere stato uno dei pochi lungometraggi ad aver conquistato i cinque Oscar più importanti (film, regia, sceneggiatura, attore, attrice). Il punto di forza di questa pellicola è, senza dubbio, quel misto tra sintonia emotiva e inevitabile gioco al massacro, che Demme riesce a creare tra vittima (l’agente Clarice Starling) e carnefice (il dottor Hannibal Lecter). Nel filmare un tale “spaventoso e coinvolgente” confronto, il regista riceve una mano decisiva dagli ineguagliabili interpreti, Jodie Foster, nel ruolo di Clarice, che Demme avrebbe voluto affidare a Meg Ryan, e Anthony Hopkins, un Hannibal Lecter da leggenda. Degni di nota sono anche i riscontri ottenuti nella commedia, genere nel quale dà il massimo nel complesso “Qualcosa di travolgente”, esilarante e insinuante racconto di un incontro ad alto tasso di seduzione tra l’impacciato Jeff Daniels e l’intraprendente Melanie Griffith. Altro clamoroso successo della sua non folta filmografia è il dramma civile “Philadelphia” (1993), che fa guadagnare il primo meritato Academy Award a Tom Hanks nella parte di un avvocato gay malato di Aids. Alla rassegna viene presentato il suo ultimo lavoro “Rachel sta per sposarsi” (2008), già in concorso alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia, “family drama” interpretato da una sorprendente Anne Hathaway.

Morricone, compositore italiano di fama mondiale, riceve la consacrazione definitiva grazie all’Oscar alla carriera ritirato a Los Angeles nel 2007. Con lui la colonna sonora si trasforma in un personaggio agente della messa in scena, abbandonando la tradizionale dimensione di commento musicale sullo sfondo dell’azione e imprimendosi con forza nell’immaginario collettivo transgenerazionale. Le sue emozionanti sinfonie sono, infatti, divenute oggetto di citazione e rivisitazione da parte di gruppi e cantanti rock (Metallica, Ramones, Springsteen tra gli altri), lontani anni luce dal mondo compositivo del maestro eppure vicini per sensibilità musicale. Tali rifacimenti hanno, ovviamente, evidenziato l’indubbia dote di universalità posseduta delle “classiche” creazioni di Morricone. L’esordio sul grande schermo avviene nel 1962 quando cura la colonna sonora per “Il federale” di Luciano Salce, ma è tramite il sodalizio professionale con Sergio Leone, prima, e Giuseppe Tornatore, poi, che raggiunge le vette maggiormente incisive e note della sua sterminata produzione. Persona piuttosto schiva e riservata, accompagna alla kermesse napoletana la presentazione della versione restaurata e rimasterizzata di “Per un pugno di dollari” (1964), capolavoro western diretto dal grande Leone.

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