‘Epurazione’ in Comune, l’opposizione insorge e abbandona l’Aula

di Antonio Taglialatela

Municipio di TeverolaTEVEROLA. Nel pomeriggio di venerdì si è riunito per la seconda volta, dopo l’esito delle ultime amministrative, il Consiglio comunale.

All’ordine del giorno solo l’approvazione del bilancio di previsione 2010. Rimandate, quindi, l’assegnazione delle deleghe agli assessori (nominati nella precedente seduta di insediamento) el’elezione del presidente del Consiglio comunale.

L’attenzione, tuttavia, si è concentrata in particolare sul documento presentato dal gruppo di opposizione consiliare “Patto per Teverola”, composto dal capogruppo Gennaro Melillo, Tommaso Barbato, Antonio Menale, Nicola Picone e Biagio Pezzella, che ha abbandonato l’aula in segno di protesta, ritenendo nulla la prima seduta dello scorso 16 aprile per la mancata elezione della commissione elettorale, che la normativa (Dpr 223/67) stabilisce debba avvenire proprio in occasione dell’insediamento di un nuovo Consiglio comunale. Questione che il capogruppo Melillo aveva segnalato nei giorni scorsi al Prefetto di Caserta, chiedendogli l’annullamento della seduta.

Ma venerdì l’opposizione ha sollevato anche altre questioni, a partire dal deposito degli atti relativi all’approvazione del bilancio, che l’articolo 52 del regolamento consiliare stabilisce nel termine non inferiore a 15 giorni anteriori alla seduta dell’Assise. Atti che, hanno sottolineato i consiglieri della minoranza, non sono stati invece depositati nei tempi prescritti. Da qui l’invito al Consiglio di astenersi dalla votazione, considerata “illegittima”.

E, ritenendo non valida la seduta di insediamento e tutti gli atti successivi adottati, compresa l’Assise di venerdì, hanno abbandonato l’aula. Non prima, però, di aver dato lettura di un documento di accusa nei confronti della maggioranza guidata dal sindaco Biagio Lusini, che riportiamo:

“E’ trascorso un mese dall’insediamento di questo Consiglio comunale e il sindaco, dopo la nomina dei componenti della giunta comunale – si noti bene senza deleghe, dunque senza il dovere di svolgere compiti, ma col diritto di ricevere lo stipendio – ha proceduto, senza indugio, all’attivazione delle promesse fatte in campagna elettorale.

La maggioranza, riempiendosi la bocca e gli atti di parole tecniche come ‘riorganizzazione degli uffici’, ha dato avvio alla campagna di ‘epurazione’ dell’Ente comunale. Ha mostrato a tutti, a ‘mò’ di pubblico esempio, la fine che può essere riservata a chi, in campagna elettorale, ha ‘osato’ sfidarli. L’azione della maggioranza è stata rivolta esclusivamente a dare subito un messaggio chiaro, forte ed inequivocabile della sua ‘onnipotenza’ e tale da suscitare timore in chi è governato. Infatti – premesso che nell’organico del Comune sono presenti sette figure di responsabili degli uffici o dei servizi e che nessuno ha mai avuto valutazioni negative – non si spiega, se non in quest’ottica, la decisione di confermare la nomina a solo tre ‘responsabili dei servizi’. Mentre si è prontamente provveduto alla sostituzione del comandante dei vigili urbani, del responsabile dell’area tecnica, alla prossima sostituzione del ragioniere capo e del responsabile dei servizi sociali. Persone che hanno sempre lavorato per il buon funzionamento della macchina amministrativa e che oggi, abusando del vostro potere, avete sottoposto ad un trattamento umiliante.

Che soddisfazione eh? Verognatevi! Avete giustificato la conferma dell’incarico ad un professionista per l’area tecnica con la scusante che avesse già goduto della fiducia del commissario prefettizio. Ma il commissario prefettizio ha dato fiducia e ancor di più riconoscimenti anche agli altri responsabili degli uffici o dei servizi. Dunque, due pesi e due misure. Dimenticate che la nomina dei responsabili degli uffici o dei servizi da parte del sindaco, ed ancor di più l’assunzione di responsabili non di ruolo, è finalizzata a conseguire la migliore organizzazione del lavoro ed assicurare il progressivo miglioramento della qualità delle prestazioni erogate al pubblico, in conformità ai principi di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa, secondo l’articolo 97 della Costituzione Italiana. Ma a voi questo poco importa.

La legge, in merito, è vero che riconosce al sindaco un potere discrezionale. Ma discrezionalità non vuol dire illogicità o mancata applicazione del principio del buon senso. ‘Rapporto fiduciario’ certamente non significa fiducia in ‘chi mi ha votato’ e sfiducia in chi non lo ha fatto, ma senza dubbio significa fiducia nelle capacità professionali di chi svolge l’incarico.

Questi atti, dunque, non sono altro che una vendetta incivile, indegna, bieca, illegale ed inopportuna per un primo cittadino e per qualunque consigliere comunale. Sono l’espressione evidente di un abuso di potere e rappresentano una plateale violazione, oltre che delle regole di convivenza civile e di buon senso, anche delle disposizioni normative e dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa. State facendo passare questi atti come atti legali, ma non esiste nessuna amministrazione al mondo che sia legittimata alla vendetta.

Ma a voi la legge, la giustizia, e figuriamoci le regole civili, non interessano. I vostri atti dimostrano la volontà di considerare la gestione del Comune un affare privato e personale, dove chi vince si sente autorizzato a fare tutto. Però badate bene: i vostri sono atti illegittimi, non ricevono il consenso del popolo di Teverola e contro i quali ci batteremo con ogni mezzo”.

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