Centrale, il comitato: “Attenzione al processo di smantellamento”

di Redazione

 SESSA AURUNCA. Il comitato Antinucleare del Garigliano commenta la visita del presidente della provincia di Caserta, Domenico Zinzi, alla centrale nucleare.

“Le dichiarazioni di Zinzi sul fatto che la conformazione idrogeomorfologica e l’estensione del sito del Garigliano non rendono possibile né l’installazione di un nuovo impianto nucleare, né la collocazione del deposito nazionale confermano quanto noi ambientalisti, Legambiente in primis, – si legge in una nota del comitato – sostengono da sempre circa la inidoneità del sito. Sappiamo bene, tra l’altro, che non si può ipotizzare la riutilizzazione della centrale, sia perché siamo a conoscenza, per esserci più volte recati in centrale, delle prime opere di smantellamento in corso, sia, e soprattutto, perché la centrale fu dismessa per essere stata costruita senza criteri antisismici”.

Qualche preoccupazione, secondo il comitato, va avanzata sulla costruzione in corso sul D1, e sulla eventualità della costruzione di altri tre depositi per potervi stoccare i circa 3.600 mc di rifiuti di media attività (dati 2008) dislocati in vari edifici della centrale stessa. “Tali depositi – spiegano dal comitato – son detti ‘provvisori’, in attesa del fantomatico deposito nazionale di cui si favoleggia da alcuni anni senza che si sia ancora trovata una soluzione, ingenerando il fondato sospetto che essi saranno definitivi e che il sito potrà essere rilasciato solo dopo qualche secolo. Altro pericolo è inoltre rappresentato dal ritorno da Sellafield dei rifiuti radioattivi ad alta attività, vetrificati, residui del riprocessamento delle barre di combustibile irraggiato”.

Quanto poi al proposito di riutilizzare il sito, dopo lo smantellamento previsto da Sogin per il 2019, creando n non meglio specificato centro di ricerca, il comitato si dichiara sorpreso per il favore con cui è stata accolta tale ipotesi, non sapendo nulla di circostanziato circa le attività che vi si andrebbero a svolgere. “Si tratta – spiegano – di un evento che meriterebbe adeguati approfondimenti. Bisognerà piuttosto, e lo chiediamo a tutti i nostri amministratori, in primis agli onorevoli Zinzi e Caldoro quali responsabili della Provincia e della Regione, che si faccia molta attenzione al processo di smantellamento, processo lungo (basteranno i 9 anni previsti?) costoso e con esperienze, per quanto ne sappiamo, non ancora consolidate”.

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