Di Santo e i consiglieri Udc criticano Zinzi per le nomine assessoriali

di Redazione

Eugenio Di SantoSANT’ARPINO. Eugenio Di Santo e gli altriconsiglieri provinciali dell’Udc Emilio Nuzzo, Giovanni Robbio, Angelo Piccolo, Giuseppe Mariniello, Salvatore Falco, Giuseppe Rocco e Luigi Menditto scrivono al presidente Domenico Zinzi, criticando la sua decisione di escludere gli eletti dalle nomine assessoriali.

“Le elezioni del 28 e 29 marzo hanno significato una straordinaria svolta nella nostra provincia, consegnando al presidente Zinzi uno straordinario patrimonio di energie, idee, proposte. Le aspettative della popolazione casertana sono notevoli, la nostra grande preoccupazione è lo scollamento già evidente tra il nostro presidente Zinzi e gli eletti della sua area di appartenenza politica, che invece di essere la sua invincibile armata sembrano una zavorra da evitare.

La soluzione ai problemi interni segue un sentiero assai stretto. È del tutto errata la lettura di chi pensa di mettere i consiglieri provinciali di fronte a fatti compiuti, riducendo il loro ruolo su posizioni di testimonianza o peggio di semplici passacarte. Il problema è soprattutto di peso politico ed istituzionale.

Noi abbiamo delle idee in merito, e vorremmo un luogo, una sede dove poterne discutere, sia con il presidente Zinzi, sia nell’area di appartenenza politica. Vogliamo che si discuta di un nuovo modo di gestire l’Ente Provincia . Che non deve essere un monumento di spesa pubblica assistenziale e quindi inutile. La nostra Provincia non si aiuta con più soldi, ma con una rinnovata attenzione normativa, con infrastrutture strategiche, con un investimento in formazione e – conseguentemente – in legalità.

Se vogliamo davvero invertire la tendenza negativa, dobbiamo valorizzare le risorse che ci sono e lanciare la sfida del sapere. La nostra provincia non è un problema ma una risorsa. Noi vorremmo fare il nostro. È un dato ‘politico’ che noi vogliamo discutere perché vogliamo dare maggiore forza alla nostra area politica. Nient’altro. Infine ci sono questioni che non possiamo più nascondere. I consiglieri provinciali, sono portatori di una cultura politica forte e un patrimonio umano ed elettorale che non può essere sminuito.

Il consigliere provinciale non può essere trattato come un dirigente di partito qualsiasi o come un mero uomo delle Istituzioni. Questa decisione, solitaria, di escludere gli eletti sia dalla nomina assessoriale, sia dalla partecipazione alla individuazione dei criteri per concorrere alla scelta, sembra obbiettivamente, fuori da ogni logica politica e del buon senso istituzionale, riducendo lo spazio politico dei consiglieri provinciali ad una cieca ed irrituale genuflessione.

Sono tutte questioni che il presidente Zinzi deve affrontare e risolvere nei prossimi giorni, per evitare che si giunga davvero a una rottura che può comportare diversi scenari, che possono arrivare anche ad una posizione pubblica forte per testimoniare una presa di coscienza libera,forte e coerente con il mandato ricevuto dagli elettori, che certamente non hanno inteso eleggere delle belle statuine immobili”.

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