Camorra e ortofrutta: la violenza di Pagano descritta dalla Dda

di Redazione

Costantino PaganoSAN MARCELLINO. Spara per un bicchierino di limoncello non pagato, stupisce il boss Felice Graziano regalandogli un kalashinikov appena uscito dalla fabbrica, umilia il suo rivale schiaffeggiandolo in pubblico e costringendolo a genuflettersi con i due figlioletti in braccio.

Spavaldo, violento, arrogante, Costantino Pagano, 42 anni, è l’autotrasportatore legato al clan dei casalesi che è riuscito ad ottenere il monopolio nel trasporto dei prodotti ortofrutticoli in buona parte d’Italia. Titolare della ditta “La Paganese”, con le minacce e gli attentati è riuscito a estromettere i rivali dai mercati campani; grazie a un sistema di alleanze con esponenti della mafia e della stidda ha invece esteso la sua influenza in altre regioni, dal Lazio alla Sicilia, dalla Lombardia all’Abruzzo. Così i pm dell’Antimafia descrivono l’autotrasportatoreoriginario di San Marcellino, uno dei 67 destinatari delle ordinanze di custodia eseguite oggi da Dia e polizia (LEGGI).

Nella sede della sua azienda, ad Aversa (Caserta), al confine con Frignano, gli investigatori avevano collocato microtelecamere e microspie della cui presenza nessuno si era accorto. I discorsi e i movimenti di Pagano e dei suoi complici sono stati dunque registrati e in questo modo è stato possibile ricostruire gli episodi criminosi di cui l’imprenditore amico dei casalesi è stato protagonista.

Uscito vincente dalla guerra contro Domenico Panico, autotrasportatore vicino al clan Mallardo di Giugliano, non esita a umiliare il rivale sconfitto, costringendolo a presentarsi insieme con i due figlioletti e a chiedere pietà: “All’improvviso, vedo che viene ‘Cappucciello’ (il soprannome di Panico, ndr) da là! Quando vidi scendere a Mimmuccio da dentro la macchina e già con il bambino in braccio, poi si prese quell’altro bambino e se lo mise in braccio, disse: “Che dobbiamo fare?”. Si mise a piedi, venne sopra la banchina, salì quelle scalinatelle di ferro, si inginocchiò a terra con i bambini in braccio. Io poi dovetti prendere i bambini… “Non mi uccidete!”, con la moglie dietro, “io ho sbagliato, non mi uccidete'”.

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