Scuola-sport, intervista alla dirigente della ‘Stanzione’

di Redazione

Arcangela Del PreteORTA DI ATELLA. Regna grande soddisfazione nella scuola media “Stanzione” per la vittoria al torneo provinciale di calcio a 5.

Una vittoria non puramente sportiva ma anche didattica, dal momento che il connubio scuola-sport ha dato i suoi frutti. A tal proposito, rivolgiamo alcune domande alla dirigente Arcangela Del Prete.

Quali sono le difficoltà che la scuola ha dovuto superare per la preparazione atletica degli alunni? Di difficoltà ce ne sono state davvero tante, la mancanza di una palestra, soprattutto, ma anche la mancanza di fondi che avrebbe consentito a un numero molto maggiore di alunni di partecipare a gare e tornei. Dobbiamo ringraziare la scuola primaria che ci ha concesso l’uso della propria palestra e l’allora Commissione Prefettizia del Comune, che ci ha concesso, con difficoltà svariate l’unico palazzetto dello sport di Orta. Tuttavia, ritengo che la soluzione piena può provenire solo dalla dotazione di una nostra palestra( di cui la Stanzione è sprovvista) nella quale poter liberamente organizzare e gestire gli allenamenti senza scomodare altre strutture alle quali siamo, ripeto, grati per la disponibilità dimostrata.

E’ soddisfatta dei risultati o pensa che la scuola possa ambire a qualcosa di più? Certamente, sono molto soddisfatta dei risultati anche perché ottenuti nonostante le difficoltà sopra descritte. La passione e la professionalità con cui i docenti di questa scuola hanno lavorato per tutto questo tempo, anche con sacrificio personale, sono state in grado di minimizzare tali difficoltà motivando fortemente gli alunni e riuscendo ad ottenere da essi il massimo che potevano dare. Non posso fare altro che ringraziare i docenti del gruppo sportivo, il prof. Arturo Iovine, la prof.ssa Maria Dell’Aversano, la prof.ssa Pasqualina Iodice e il coordinatore prof Antonio Del Prete, che nonostante le tante problematicità hanno profuso in ogni momento il riconoscibile impegno di quegli insegnanti che credono in ciò che fanno. Penso però che, come scuola, noi possiamo e dobbiamo dare qualcosa in più agli alunni in termini di occasioni. Le potenzialità ci sono, ci sono sempre state. Naturalmente la scuola non può, da sola, provvedere a tutte le necessità; essa ha urgente bisogno di supporti strutturali ed economici. Non possiamo sempre e solo basarci sulla buona volontà e sulla generosità del personale le cui ore di lavoro spesso vanno ben oltre il tempo retribuito. C’è bisogno di incentivare le professionalità soprattutto quando ciò significa investire nel futuro dei nostri giovani.

Gli enti locali, dunque, non hanno collaborato in maniera adeguata in base alle richieste da lei avanzati? Purtroppo il nostro Comune ha avuto dei trascorsi un po’ travagliati e ancora adesso non naviga in buone acque; tuttavia io ho spero che dalla intelligente collaborazione con la nuova amministrazione nascerà certamente qualcosa di positivo. Certamente, sono tanti problemi che il Comune deve affrontare, ma è importante che esso appronti una razionale configurazione delle priorità e, per come la vedo io, il futuro delle nuove generazioni, di cui la scuola è portavoce privilegiata, dev’essere collocato ai primissimi posti:è nella scuola che vanno potenziati i valori umani, civili e sociali, è tra i banchi delle aule che si forma il futuro cittadino; in caso contrario tutto diventa precario, vanità! Per quanto riguarda le associazioni sportive locali, esse sono benemerite nella promozione e nella diffusione della cultura sportiva, ma è la scuola che ha un ruolo formativo centrale e di raccordo di tutti gli stimoli positivi che provengono dall’ambiente. Essa è il principale punto di riferimento dei nostri giovani, per cui anche le associazioni hanno bisogno di una scuola efficiente che inciti i ragazzi all’amore per lo sport e alla maturazione di un vero sentimento sportivo.

Ma cosa può fare lo sport per le nuove generazioni? Lo sport è importantissimo; tutte le amministrazioni locali e nazionali ne sono consapevoli. I giovani rappresentano il futuro della comunità; ma perché questo futuro sia luminoso, è necessario coltivare una gioventù sana e positivamente partecipativa alla vita collettiva. Soprattutto lo sport abitua i giovani al rispetto delle regole, al sacrificio in vista di una meta superiore, alla collaborazione attraverso il gioco di squadra.

Cosa c’entra la scuola con lo sport? Come dicevo, essa è il principale punto di riferimento dei giovani e dei loro genitori. La gioventù ortese ha sempre più bisogno di una guida valida che l’allontani dall’apatia, dalla sfiducia, dall’egoismo, dal cattivo esempio, da una vita malsana e dalla frustrazione che spesso si tramuta in violenza. L’interesse più spontaneo, soprattutto nell’età adolescenziale, è quello ginnico-sportivo: l’aspetto fisico, la competizione, l’agone, il gruppo ecc. sono aspetti che contano molto nella vita dell’adolescente. La scuola, in questo senso, può dare moltissimo perché offrirebbe le sue risorse logistiche, umane e professionali in forma gratuita e aperta a tutti gli alunni per un servizio che potrebbe protrarsi anche in orario extrascolastico,in caso di un’alleanza formativa di tutte le forze sane allocate sul territorio ortese.

Quali sono le sue aspettative per l’anno prossimo? Quelle di avere un numero sempre maggiore di campioni e di dare di nuovo il calcio di avvio della finale: con la mia scuola protagonista, naturalmente…

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