Verdini e i presunti fondi neri in Lussemburgo. Il legale smentisce

di Redazione

Denis VerdiniROMA. Arrivano in Lussemburgo le indagini che riguardano l’inchiesta sugli appalti.

Secondo i magistrati di Perugia e Firenze – scrivono oggi alcuni quotidiani – il coordinatore del Pdl Denis Verdini potrebbe aver occultato fondi neri, gioielli e opere d’arte in conti correnti e in banche del Lussemburgo. Per questo, con una rogatoria urgente, i magistrati Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi hanno chiesto l’intervento dell’Ufficio internazionale antifrode con l’obiettivo di trovare, bloccare e confiscare eventuali fondi neri.

Nelle carte inviate in Lussemburgo e pubblicate dai quotidiani si sottolinea che gli indagati potrebbero essere “collegati anche alla criminalità organizzata transnazionale”. Quindici – oltre a quello di Verdini – i nomi per i quali le due procure chiedono gli accertamenti bancari e la confisca dei beni eventualmente reperiti: ci sono infatti anche l’ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e il figlio Camillo, Angelo Balducci, Fabio De Sanctis, Mauro Della Giovanpaola e l’imprenditore Diego Anemone. E c’é anche una specifica richiesta sul conto del sacerdote Evaldo Biasini, noto come ‘don Bancomat’. Ora c’é da attendere le risposte da quei Paesi (oltre al Lussemburgo gli accertamenti bancari e le rogatorie riguarderebbero anche la Svizzera e San Marino) per sapere se quei conti apparentemente insospettabili possano essere al centro di nuovi colpi di scena.

IL LEGALE DI VERDINI: “NESSUN CONTO IN LUSSEMBURGO”. “Dalla rogatoria internazionale non emergerà nulla di riconducibile all’onorevole Denis Verdini, né conti correnti né presunti caveau con opere d’arte e gioielli collocati all’estero chissà dove, come scrivono alcuni quotidiani oggi. Né in Lussemburgo, né in altri Stati”. Lo ha affermato il legale di Verdini, avvocato Marco Rocchi. “Il nome di Verdini compare accanto a quello di altri, ma la stessa rogatoria dimostrerà che non ha conti correnti all’estero”, ha aggiunto l’avvocato Rocchi. “D’altra parte – ha osservato – esiste questo metodo degli inquirenti che, per economia processuale e investigativa, riuniscono nello stesso accertamento, in questo caso una rogatoria internazionale, tutti i nomi di chi compare negli atti di indagine, andando a scremare solo dopo le singole posizioni”. Rocchi ha anche fatto rilevare che “Verdini non si é avvalso dello scudo fiscale. Ciò perché, in effetti, non ha capitali all’estero”.

MATTEOLI: “INCONTRERO’ INCALZA, POI DECIDERO'”. “Nelle prossime ore incontrerò Incalza, sentirò da lui quello che avrà da dirmi, dopodiché deciderò”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli a proposito di Ercole Incalza, capo della struttura tecnica del dicastero, coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta ‘cricca’ degli appalti del G8. Matteoli, in un’intervista a Sky Tg24, ha detto di non aver “potuto ancora incontrare Incalza, a causa anche di impegni che mi hanno portato fuori dal ministero. Incalza – ha detto ancora il ministro – mi ha mandato una lettera in cui dice di essere completamente estraneo a ciò che gli viene addebitato”.

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