Toni-De Palo, i fratelli: “Furono i palestinesi ad ucciderli”

di Redazione

Italo Toni e Graziella De PaloROMA. Furono i palestinesi ad uccidere i giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo. Lo dicono i familiari dei due giornalisti scomparsi a Beirut nel settembre 1980 e i cui corpi non furono mai trovati.

“Il Sismi di allora – dicono i familiari che hanno potuto accedere a parte delle carte segrete dell’Aise, il servizio l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna – con Stefano Giovannone e Giuseppe Santovito fece operazioni di copertura a favore dell’Olp.Non abbiamo però prove sul movente né sul gruppo che effettuò gli omicidi. In sede giudiziaria George Habbash (Fplp) venne indicato come il mandante, ma poi fu assolto per insufficienza di prove”.

Per la prima volta, a seguito dell’intervento del Copasir e dell’impegno assunto dal sottosegretario Gianni Letta, è stata applicata la nuova legge sui servizi segreti, e così,a partire dal mese di marzo, i fratelli di Italo e Graziella hanno potuto accedere alla documentazione: un totale di circa 1200 documenti secretati che coprono un arco temporale dal 1980 al 2000. I familiari chiedono, però, di poter visionare gli incartamenti senza gli omissis.

BERLUSCONI MANTIENE SEGRETO DI STATO. I fratelli delle vittime avevano già ricevuto nei mesi scorsi una lettera del direttore del Dis, Gianni De Gennaro, in cui si sottolinea che, nonostante siano passati oltre 30 anni, l’Italia, in virtù di una decisione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, mantiene il segreto di Stato sui rapporti che legarono il Sismi ed i palestinesi negli anni Settanta ed Ottanta. Nella lettera, datata 21 ottobre 2009, De Gennaro rende noto che, sui rapporti fra il Sismi (Giovannone) ed i palestinesi, il Presidente del Consiglio ha disposto “la proroga fino al 31 dicembre 2010 del segreto di Stato”.La divulgazione di detti documenti “potrebbe comportare ripercussioni nell’area mediorientale, ancora connotata da elementi di forte criticità con possibili ricadute per la sicurezza del nostro Paese”. “Il Presidente del Consiglio – prosegue De Gennaro nella lettera – ha perciò disposto un’attenta rivisitazione e selezione del carteggio, al fine di liberare dal vincolo tutte le informazioni riguardanti la scomparsa di Maria Grazia De Palo e Italo Toni, che non siano pertinenti all’oggetto del segreto”.

RUTELLI: “UN DOVERE DI CIVILTA'”. In occasione delle giornata per le vittime del terrorismo, era intervenuto sul caso Francesco Rutelli, chiedendo al governo di riconoscere che i giornalisti Toni e De Palo furono vittime del terrorismo.“E’ un dovere di civiltà, 30 anni dopo una tragedia che non conosce ancora la verità”, sottolineava il leader di Alleanza per l’Italia, il quale ha presentato con i senatori Esposito, Quagliariello, Passoni e Caforio (componenti del Copasir, e rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari), un’interrogazione al Ministro degli Interni, Roberto Maroni, sollecitando “l’inserimento dei congiunti dei due giornalisti italiani tra i beneficiari delle misure risarcitorie dovute dallo Stato ai familiari delle vittime di ogni terrorismo”.Secondo Rutelli “l’Italia deve impegnarsi a restituire alla pietà dei parenti i resti di Graziella e Italo, sepolti da qualche parte in Libano, come è avvenuto per altri casi analoghi di vittime della violenza in Medio Oriente. Il passare del tempo non deve far dimenticare, ma piuttosto rende più urgente questa risposta umanitaria”.

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