Stefano Gugliotta: “Io urlavo e loro mi picchiavano, voglio solo dimenticare”

di Angela Oliva

Stefano GugliottaROMA. Provato per la detenzione in carcere e ancora gonfio per le botte ricevute, Stefano Gugliotta ha tenuto una conferenza stampa per raccontare la sua brutta avventura.

Il 25enne è stato scarcerato mercoledì sera dopo che i pm hanno indagato un poliziotto accusato dell’aggressione al giovane. “Proveremo a lasciarci la vicenda alle spalle, cercheremo di dimenticare, è l’unica cosa che posso fare. – esordisce Gugliotta – Voglio dire una cosa per smorzare i toni: credo che la maggior parte degli agenti operino in buona fede e non compiano abusi di potere”.

Affiancato dal suo legale, l’avvocato Cesare Piranio, Stefano Gugliotta cerca di ricostruire la sera del 5 maggio scorso: “Ero stato a cena a casa mia e sono uscito per andare a festeggiare mio cugino Simone. Ci hanno fermati, mi hanno intimato l’alt: io mi sono fermato e subito il poliziotto mi ha colpito. Ero nei pressi dello stadio Olimpico per caso, non per la partita. Non ho fatto in tempo a rispondere… mi ricordo che un poliziotto mi ha preso a bocca aperta con il pugno. E poi la botta in testa non la ricordo chiaramente. Mi ricordo solo che non mi sono dimenato, ho solo detto che non c’entravo nulla. La botta più forte è arrivata quando ho detto: non c’entro nulla”.

Impressionante il racconto del 25enne romano che definisce un angelo la persona che ha girato il famoso video in cui si vede chiaramente che i poliziotti lo picchiano: “Voglio ringraziare famigliari, amici, social network, giornalisti. Senza questo clamore non sarei uscito così velocemente, ma soprattutto devo ringraziare Alfredo, un angelo che ha effettuato il video nel quale si vedono le fasi dell’arresto e il pugno sferrato da un agente. Dimenticare – ha continuato Stefano – è difficile ma proverò a tornare alla vita di tutti i giorni, lasciandomi alle spalle quanto successo. Mercoledì avevo iniziato uno sciopero della fame perché non ce la facevo più. I primi due giorni di isolamento sono stati tremendi, mi sembrava di essere dimenticato dal mondo, non ho

contato niente per nessuno. Poi mi hanno messo in cella con altri ma non ho parlato molto, c’era la tv”

.

Ora che tutto è finito, Stefano invita ad abbassare i toni e racconta di voler trovare al più presto un lavoro più stabile dell’apprendista di barbiere che faceva fino a qualche settimana fa. Il 25enne è ancora indagato per resistenza a pubblico ufficiale, ma il suo legale ha affermato che la sua posizione dovrebbe cambiare di qui a poco: “Mi auguro che al più presto la sua posizione possa essere archiviata. C’è da sottolineare però che già nella richiesta del pubblico ministero Polino viene esclusa la partecipazione di Gugliotta ai tumulti avvenuti ai margini della partita. Già nella relazione di servizio la stessa polizia non c’è tracce della partecipazione di Gugliotta ai tumulti precedenti il fermo. Dobbiamo – ha detto ancora l’avvocato Piranio – dare atto alla procura di Roma della grande professionalità e dell’alto senso morale. Abbiamo anche massima fiducia nelle stesse forze dell’ordine e del commissariato Prati che si è prodigato in senso corretto e leale contribuendo ad accertare i fatti”.

L’avvocato difensore di Gugliotta ha anche raccontato che la madre del ragazzo ha ricevuto una telefonata di scuse da parte di un funzionario della polizia: “La madre ha ricevuto le scuse per quanto accaduto la sera del 5 maggio da un funzionario di polizia a nome del questore di Roma e del commissariato Prati. Sembrerebbe – ha detto – che uno degli agenti abbia riconosciuto i suoi comportamenti. Certamente terremo conto di questo e decideremo come proseguire. Certo se ci fossero atteggiamenti calunniosi nei confronti di Stefano io sono pronto ad assisterlo altrimenti ci difenderemo nel processo”.

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