Pedofilia, i vescovi accanto al Papa per autoriforma della Chiesa

di Redazione

Ratzinger e BagnascoROMA. I vescovi italiani si schierano a fianco di Benedetto XVI nella “sua azione di autoriforma della Chiesa” dopo lo scandalo della pedofilia.

E’ quanto ha assicurato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nel suo indirizzo di saluto al Papa, intervenuto stamane all’assemblea generale dei vescovi italiani in Vaticano.

“Noi sappiamo di dover sempre ringraziare Pietro per il Suo universale ministero oltre che per il Suo singolare legame con la nostra Patria, ma in questo momento ancor più per quanto Lei ha fatto e sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri”, ha detto il cardinale Bagnasco con implicito riferimento alla questione degli abusi sessuali tra le file del clero. “Davvero nella Sua persona ci è dato di scorgere il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; – ha aggiunto – in Lei noi vediamo il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità degli uomini”. Bagnasco ha assicurato al Papa come i vescovi siano “consapevoli” che “la santità è la condizione essenziale per ogni efficacia pastorale e perché la luce della Chiesa risplenda a servizio del mondo”. “Per questo – ha sottolineato – desideriamo unirci alla Sua azione di autoriforma della Chiesa perché sia all’altezza della sua vocazione e diventi sempre più quella che corrisponde al disegno di Dio, la cui presenza é necessario rendere presente al mondo contemporaneo, fin dentro le condizioni quotidiane dell’esistenza”.

Il presidente della Cei ha quindi confermato a Benedetto XVI “la medesima vicinanza affettuosa e sincera che ha avuto modo di sperimentare lo scorso 16 maggio in Piazza San Pietro, grazie al grande abbraccio con cui il laicato cattolico ha inteso esprimere il proprio amore per il Papa”. “Il Popolo di Dio che é in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei”, ha concluso.

PAPA: “CHIESA FERITA, PROMUOVERE RINNOVAMENTO”. L’azione evangelizzatrice della Chiesa “non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri”. E’ da “questa umile e dolorosa ammissione” che occorre ripartire per “promuovere il rinnovamento interiore” dei sacerdoti. Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo discorso ai vescovi italiani, riuniti in Vaticano nella loro 61esima assemblea generale. “Ciò che è “motivo di scandalo”, ha aggiunto Ratzinger ricordando in parte quanto da lui scritto nella Lettera per l’indizione dell’Anno sacerdotale,deve tradursi per la Chiesa “in richiamo a un ‘profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall’altra la necessità della giustizià”.

DISOCCUPAZIONE, APPELLO A POLITICI E IMPRENDITORI. Benedetto XVI ha rivolto il suo appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori. “Anche in Italia la presente stagione è marcata da un’incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegni assunti: ciò è indice di una crisi culturale e spirituale, altrettanto seria di quella economica”, ha aggiunto il Papa. “Sarebbe illusorio pensare di contrastare l’una, ignorando l’altra. Per questa ragione, – ha proseguito – mentre rinnovo l’appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere sui presupposti di una vita buona e significativa, che fondano quell’autorevolezza che sola educa”. Per il Pontefice, “alla Chiesa, infatti, sta a cuore il bene comune, che ci impegna a condividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali, imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, i problemi e le sfide del Paese”. A tal proposito, Benedetto XVI ha ricordato la prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani, prevista in ottobre a Reggio Calabria, “dove, insieme alle forze migliori del laicato cattolico, vi impegnerete a declinare un’agenda di speranza per l’Italia”. “Il vostro ministero, cari Confratelli, e la vivacità delle comunità diocesane alla cui guida siete posti, – ha sottolineato Ratzinger – sono la migliore assicurazione che la Chiesa continuerà responsabilmente ad offrire il suo contributo alla crescita sociale e morale dell’Italia”.

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