Marcegaglia rifiuta ministero e lancia monito: “Bene manovra, ma subito riforme”

di Redazione

Emma MarcegagliaMILANO. “Come vedreste la Marcegaglia di fianco al presidente del Consiglio per dargli una mano? Votate per Emma al ministero delle attività produttive”.

Così il premier Silvio Berlusconi si è rivolto alla platea di Confindustria, che oggi festeggia il suo centenario,ricordando di avere già proposto ad Emma Marcegaglia di aiutarlo prendendo l’incarico di ministro delle attività produttive. “Ho bisogno di essere aiutato per ridurre il perimetro dello Stato e la spesa è difficile”. Ma dalla sala non si alza nessuna mano. E il premier ribatte: “Allora non potete prendervela più con il governo. Noi siamo dei poveracci e abbiamo ereditato una situazione di decenni precedenti, governi che dall’80 al ’92 hanno moltiplicato il debito pubblico”. Poi Berlusconi si è lasciato andare a una battuta sulla presidente: “Emma non sembri così vecchia…”.

LaMarcegaglia ha comunque ribadito di aver voluto rinunciare a fare il ministro, raccogliendo il plauso dell’ex presidente deli Industriali, Luca Cordero di Montezemolo: “Ha fatto bene, è un segno di responsabilità nei confronti degli imprenditori”. Berlusconi, nel suo breve intervento come ministro ad interim, per lo Sviluppo ha detto che la manovra è stata “per la prima volta trattata con Confindustria, con il commercio, con Cisl e Uil e anche Regioni, Comuni e Province”. Una manovra che “non rientra nelle comuni finanziarie”, ma che è stata “imposta dall’Europa e dall’attacco all’euro che si è verificato nei giorni intorno al 9 maggio e che per fortuna è stato sventato credo con l’intervento decisivo da parte del nostro Governo”.

PIENO SOSTEGNO ALLA MANOVRA.

La manovra economica “contiene misure che Confindustria chiede da tempo. Perciò diamo pieno sostegno alla linea di rigore del ministro dell’Economia”. Cosìla Marcegaglia dal palco dell’assemblea annuale davanti al premier Berlusconi. La crescita è un’emergenza nazionale e il bilancio della crisi per il mondo del lavoro e delle imprese è “durissimo” con quasi sette punti di Pil e oltre 700 mila posti
di lavoro persi rispetto ai picchi del primo trimestre 2008, ha sottolineato la presidente.

“RIFORME SUBITO”.

Ma per Marcegaglia”mancano interventi strutturali” egli industriali lanciano un ultimatum al governo: riforme subito o si chiude una fase politica. “Il passo delle riforme è stato troppo lento – ha detto Marcegaglia – e uno scontro politico e sociale sulla finanziaria potrebbe bloccarla del tutto. Di fronte a questo quadro Confindustria ha proposto a tutti un cambio di marcia”. Se ciò non dovesse avvenire “e la maggioranza dovesse ridursi, per litigi e divisioni all’impotenza”, ha avvertito, “si chiuderebbe all’insuccesso la lunga promessa della politica del fare”. L’appello all’intervento immediato la Marcegaglia lo ha esteso a opposizione, sindacato e imprese: “Noi dobbiamo chiedere a chi ha la responsabilità di condurre il Paese di non sbagliare tattica e strategia. Di prendere le decisioni giuste. Di farlo in tempi rapidi”. La conseguenza potrebbe essere che a “pagare il prezzo più alto – ha aggiunto – saranno le imprese, i loro lavoratori e le loro famiglie, l’Italia tutta e per primi i cittadini più deboli. Forse è già tardi”. Per la presidente degli industriali, dunque, “le riforme sono più che mai urgenti”. Per questo occorre “accelerarle” e su questo tema ci deve essere da parte di tutti “un cambio di marcia”.

“TROVARE INTESE PER LA CRESCITA”. Secondo il numero uno degli industriali è il momento di trovare “una grande intesa per la crescita. Serve una grande assise dell’Italia delle imprese e del lavoro. E’ questa la proposta che rivolgiamo a tutte le organizzazioni sindacali e alle associazioni datoriali. Entro l’estate”. Dalla numero uno degli industriali è arrivato poi un altro invito. Se si chiedono sacrifici al Paese allora la politica deve essere la prima a dare l’esempio e ridurre “per prima ed energicamente i suoi privilegi”. “E’ arrivato il momento nel quale i politici italiani, dal Parlamento in giù, sino all’ultima comunità montana – ha detto Marcegaglia – taglino i propri stipendi e le dotazioni per le loro segreterie e collaboratori, disboschino esenzioni e agevolazioni. La sforbiciata data con la Finanziaria agli enti e ai costi della politica è sacrosanta ma è solo un buon inizio”. La diminuzione del 10% delle indennità dei membri del governo, guardata da un’ottica internazionale, è per la presidente “un timido esordio”.

MINACCE DALLA MAFIA. Dalla criminilità sono arrivate “minacce gravissime che testimoniano quanto sia vero il nostro impegno contro l’illegalita”. Lo ha detto Marcegaglia, durante il suo intervento, per poi sottolineare: “Noi non ci faremo intimidire”. Un riferimento alle minacce ricevute dal procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, ed Antonello Montante, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e delegato in Confindustria sul fronte della sicurezza. “Le imprese sono in prima fila nella lotta alla legalita”, ha aggiunto lapresidente, che ha anche ringraziato le forze dell’ordine, per poi affermare: “E’ una guerra da combattere tutti insieme”.

I COMMENTI.

Peril presidente della Camera, Gianfranco Fini, la relazione di Marcegaglia ha ottenuto “comprensibili applausi scroscianti quando ha stigmatizzato la politica sprecona”. La relazione, ha aggiunto Fini, ha avuto “il pregio di indicare con precisione gli obiettivi per le imprese e per il sistema Paese. Ho apprezzato in particolare l’ultima parte – ha proseguito – che ha suggerito di dare esempio alle istituzioni e quella di un’ipotesi di accordo per maggiore produttività per le imprese e più salario per i lavoratori”. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ritenuto che “l’appello della Marcegaglia va condiviso senza se e senza ma. Un discorso condivisibile e forte e un alto appello per l’unità delle forze sociali, produttive e della politica”. “Chi non può – ha affermato Schifani – condividere quando il Paese è chiamato, come gli altri Paesi europei, a realizzare tanti sacrifici in un momento di crisi economica?”.Anche il leader dell’Api, Francesco Rutelli, ha manifestato “apprezzamento” per la Marcegaglia, ritenendo però la manovra del governo”non sufficiente” e alla quale”ci si dovrà rimettere mano”.Il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, critica invece lo “show” del presidente Berlusconi: “Ho trovato assolutamente scorretto il premier Berlusconi che, invece di parlare di merito, ha risposto con il cabaret al quale per la prima volta la platea ha reagito in modo netto con grande freddezza”. “Dal governo – ha aggiunto Letta – gli imprenditori si aspettano riforme concrete e non scene di cabaret un po’ grottesche. Berlusconi non ha dato risposte alle richieste di sfida e dalla platea c’é stata freddezza, una novità importante perché storicamente il rapporto tra il governo e gli imprenditori è di grande entusiasmo reciproco”. Per Pino Sgobio dei Comunisti Italiani “Marcegaglia ordina e Berlusconi esegue: Palazzo Chigi sempre più dependance di Confindustria. Moltre delle ricette della Marcegaglia fanno già parte delle politiche economiche di questo Governo, e l’offerta del premier alla Marcegaglia di diventare ministro per lo sviluppo economico lo conferma. Siamo in presenza del Governo più classista della storia repubblicana e chi lo nega è in malafede”.

IDV: “CONFINDUSTRIA FUORI DALLA REALTA'”. “Tagli agli stipendi pubblici, alla sanità e aumento dell’età pensionabile. Se la ricetta per uscire dalla crisi è questa significa che Confindustria è davvero fuori dalla realtà”. Lo sostiene il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario. “La crisi – dice Belisario – la stanno pagando le fasce più deboli e la presidente Marcegaglia pretende di esasperare i tagli già pesanti nello scandaloso provvedimento del governo. C’é sicuramente bisogno di riforme strutturali, ma sono esattamente di segno opposto rispetto a quelle indicate sia dalla Marcegaglia sia dalla ditta Tremonti & Berlusconi. Bisogna rilanciare l’occupazione, la ricerca, la scuola, bisogna puntare sullo sviluppo e sul rilancio dei consumi”. “Nel frattempo la presidente Marcegaglia – propone l’esponente dipietrista – potrebbe cominciare col guardare in casa sua. Quanti sono i suoi associati che evadono le imposte? Quanti sono quelli che non rispettano le norme sul lavoro e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro? Quanti sono quelli che hanno deciso di esternalizzare la proprie imprese licenziando in tronco tutti i lavoratori?” “Faccia un esame di coscienza – conclude Belisario – e poi ne riparliamo”.

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