Mafia nel messinese, 6 arresti: in manette anche dipendente regionale

di Redazione

 MESSINA. Sei ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dagli agenti della Questura di Enna nell’ambito dell’operazione “Game Over” contro presunti affiliati alle cosche mafiose.

Arrestati Giuseppe Stella, 45 anni, manovale; Angelo Maria Gloria, 38 anni, imprenditore edile; Salvatore Stella, 44 anni; Pietro Stella, 48; Calogero Silvio La Malfa (detto “Gerry”), 59 anni, impiegato dell’ufficio Regionale per l’Incremento turistico; Ivano Di Marco, operaio di 37 anni. Per tutti l’accusa è di associazione mafiosa. Avrebbero agito per conto del presunto boss Salvatore Seminara, indicato come il capo provinciale di Cosa Nostra e arrestato nel luglio scorso, durante l’operazione “Old One”, insieme a Tano Drago, ritenuto il suo braccio destro, e a Giancarlo Amaradio, definito il referente per la famiglia di Enna.

Gli inquirenti sono riusciti a far luce sul grande giro d’affari che ruota attorno alle case di gioco clandestine presenti sul territorio ennese. In particolare, secondo gli magistrati, Angelo Maira avrebbe tratto da Cosa Nostra una serie di benefici per la sua attività imprenditoriale, offrendo in cambio la possibilità di fare da intermediario fra esponenti mafiosi di primo piano. Giuseppe Stella, invece, aveva il compito di gestire le case di gioco d’azzardo presenti nella provincia di Enna, e i cui incassi costituivano importanti introiti che affluivano nelle casse della cosca dei Seminara.

Silvio La Malfa, infine, avrebbe messo a disposizione della famiglia mafiosa, trasformandolo in bisca clandestina, un agriturismo di Piazza Armerina di proprietà della moglie, dove si teneva una bisca clandestina e dove si svolgevano summit tra i capimafia. Il funzionario regionale sarebbe stato molto vicino alla cosca capeggiata da Seminara. Non solo, secondo gli inquirenti, per la concessione dell’uso dell’agriturismo, ma anche dal punto di vista più direttamente economico. Dalle indagini sono emersi, infatti, scambi di denaro, somme che La Malfa riceveva da mafiosi o versava a questi. Un quadro che ha portato gli investigatori a ipotizzare il coinvolgimento di La Malfa in operazioni di riciclaggio di soldi del clan. I boss, sostengono gli investigatori, sarebbero stati soci occulti dell’agriturismo. Al punto che dopo il suo arresto, il 14 luglio 2009, Tano Drago, braccio destro del capomafia Seminara, avrebbe indicato agli affiliati proprio La Malfa come la persona più idonea a gestire gli affari nell’agriturismo al suo posto. E il dipendente regionale, poco dopo, avrebbe consegnato a esponenti del clan 3mila euro come sostegno economico per Drago e gli altri arrestati con lui.

Il blitz della polizia nel luglio 2009, portando in carcere i vertici del clan di Enna interruppe, è stato ora ricostruito, la formalizzazione degli interessi mafiosi nell’agriturismo di Piazza Armerina, del quale Seminara e Drago stavano per acquistare quote attraverso prestanome.

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