Fini lancia la sua “Generazione Italia”

di Redazione

Gianfranco FiniROMA. Generazione Italia come “associazione aperta che opera nel Pdl” con l’obiettivo di lanciare idee per una “buona politica”.

Lo dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel videomessaggio con cui lanciaGI come iniziativa su tutto il territorio italiano.

Si tratterà, spiega Fini su www.generazioneitalia.it, di una rete che sarà basata su “tanti circoli, volontari, tanta partecipazione e tantissima passione” con l’obiettivo di “costruire un futuro migliore dell’attuale presente, specialmente per i più giovani”. Ricordando che GI è “un’associazione aperta che opera nel Popolo della Libertà” per “aggregare buone idee per avere una buona politica”, Fini spiega che occorre un rinnovato impegno, per migliorare il nostro Paese, per imporre il valore del merito come unico metro e strumento di valutazione dei giovani, per rafforzare il concetto di legalità, che significa “chi sbaglia paga”, ma anche che “il diritto deve essere assicurato in tempi certi e brevi”.

Secondo l’ex leader di An servono inoltre idee innovative per “sostenere famiglie e imprese” e ovviamente per sostenere e migliorare l’azione del Governo. Serve insomma “un’azione politica forte” perché “non si può ridurre l’attività di dirigenti, militanti e simpatizzanti solo alla campagna elettorale”. La politica, secondo Fini, non può dunque essere “soltanto un mestiere: deve essere innanzitutto partecipazione, anche piena di passione”. E questo, “per fare in modo che il futuro sia migliore del presente e, in paticolar modo, il futuro dei più giovani”.

GI, il videomessaggio di Fini

BASTA CON POLITICA DEI SONDAGGI.

Basta con la politica basata solo sui sondaggi, è il momento di una cultura rinnovata e strategica capace di pensare alle conseguenze della politica sul futuro. Questo il pensiero di Gianfranco Fini, durante il convegno organizzato dalle fondazioni Farefuturo e Respublica.Il presidente della Camera ritiene che “soffriamo di uno schiacciamento sull’immediato, la cultura del sondaggio è l’unico strumento di strategia politica: per uscirne è necessaria una cultura rinnovata e strategica capace di pensare alle ricadute della politica sul futuro, una cultura libera dall’immobilismo, dalla paura dell’altro e del nuovo”.

“Oggi viviamo un inno al presentismo – sottolinea Fini – e non è una questione solo italiana o europea, ma occidentale. Nel giro di quindici anni il mondo è cambiato, ci sono nuove sfide ma la politica non ha modificato il suo linguaggio. Ha preferito cavalcare la paura e il presentismo abdicando a visioni di prospettiva e cercando un consenso di breve periodo”. Fini richiama l’importanza dei partiti politici: “E’ importante il ruolo svolto dai partiti politici perché se è vero che i partiti-chiesa sono tramontati in maniera irreversibile è vero anche che oggi hanno la responsabilità importante di fornire ai cittadini gli strumenti per concretizzare il loro impegno politico attraverso la partecipazione elettorale”.

L’Unione europea, fa poi notare il co-fondatore del Pdl, vive lo strano paradosso, dopo l’approvazione del Trattato di Lisbona del “massimo dei poteri attribuiti al Parlamento e del minimo di partecipazione democratica dei cittadini alla sua elezione” con il 43,2% di afflusso alle urne pari a circa 162 milioni aventi diritto. Per superare le contraddizioni insite in questo paradosso, Fini indicala necessitá di un superamento, da parte delle forze politiche dei tradizionali modi di affrontare il dibattito, di ‘leggerè la societá e di “appiattimento sul presente”, fomentato, quest’ultimo, dalla tecnica dei sondaggi validi per il “market to market” ma che privano la politica dello sguardo di prospettiva. Per superare questo gap, il leader di Montecitorio ha ricordato lo spirito “universalistico del Cristianesimo” che è nella matrice culturale del Partito popolare europeo.

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