Calciopoli, nazionale e calendari nelle nuove 78 telefonate

di Redazione

Luciano MoggiNAPOLI. Nuova udienza del processo Calciopoli in corso a Napoli. La trascrizione di 78 telefonate inedite è stata chiesta dal pm Giuseppe Narducci.

In aula sono presenti diversi imputati tra i quali Luciano Moggi, Paolo Bergamo e gli ex arbitri De Santis e Bertini.

“Si tratta – ha spiegato Narducci – di conversazioni che riguardano il periodo storico coperto dalle indagini svolte dalla Procura di Torino e riguardano per lo più gli imputati Moggi, Pairetto e Mazzini. Alcune di queste riguardano il periodo dell’agosto 2004, altre – ha proseguito – coprono il periodo che va dal febbraio al maggio 2005 e sono relative a registrazioni su utenze in uso a Maria Grazia Fazi intercettata mentre parla con Bergamo, Moggi e Trefoloni. Sono intercettazioni – ha aggiunto Narducci – dal sicuro rilievo processuale”.

MATRIX. L’accusa, inoltre, ha acquisito la cassetta della trasmissione Matrix andata in onda la settimana scorsa e dedicata a Calciopoli. “Nel corso di quella trasmissione – ha spiegato il pm – Moggi ha fatto dichiarazioni confessorie in merito al possesso di schede estere e ha dichiarato di averle cedute a Bergamo, Pairetto e a Romeo Paparesta. E’ – ha sottolineato il pm – un elemento di novità per cui chiediamo l’acquisizione di queste dichiarazioni”. La difesa di Moggi si é opposta sull’acquisizione del filmato televisivo e ha chiesto la trascrizione di ulteriori 42-43 telefonate inedite. Anche la difesa di Pierluigi Pairetto ha chiesto la trascrizione di 30 telefonate non ancora note.

ANCELOTTI-MANCINI. La presenza del tecnico del Chelsea, Carlo Ancelotti, come teste chiamato dall’accusa nel processo a Calciopoli è stata confermata in apertura dell’udienza. Il tecnico fresco campione d’Inghilterra è giunto in aula alle 12. Forfait, invece, di Roberto Mancini, allenatore del Manchester City, un altro dei testi atteso per oggi, che ha fatto pervenire una comunicazione ai pm con la quale giustifica l’assenza di oggi con impegni di lavoro all’estero dichiarandosi però disponibile ad intervenire nella prossima udienza fissata per il 25 maggio.

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ANCELOTTI: “PERCEPITVO CIRCOSTANZE STRANE”.

E’ vero che Moggi conosceva in anticipo, già il giovedì, le designazioni degli arbitri? E’ vero che si disse che “era pronta una torta per far vincere la Juve”? Sono alcune delle domande principali che il pm Narducci ha rivolto ad Ancelotti. Il magistrato ha fatto riferimento a quanto emergeva da una telefonata tra il dirigente milanista Leonardo Meani e l’arbitro Pierluigi Collina durante la quale Meani riportava alcune confidenze che gli avrebbe fatto l’allenatore che all’epoca era alla guida del Milan. “Non lo posso dire – ha risposto Ancelotti – percepivo circostanze strane”. Ancelotti ha accennato “rapporti confidenziali tra Moggi e De Santis” pur sottolineando di non essere a conoscenza di episodi specifici. “Non so se Moggi era in grado di stabilire gli arbitri. Penso che avesse rapporti privilegiati con De Santis ma posso dire che era una sensazione che io avevo”. Poco dopo il tecnico ha tuttavia precisato che l’arbitro De Santis “era portato ad avere rapporti confidenziali con allenatori e giocatori. Caratterialmente – ha aggiunto – era portato a manifestare confidenza”. Il tecnico ha poi risposto alle domande di un difensore a proposito di alcuni giudizi pacati che lui aveva espresso dopo un Juve-Milan del 2004 quando fu annullato un gol ai rossoneri. “Un conto è quello che dico alla stampa – ha risposto sorridendo – un conto quello che penso. Sono solito usare toni pacati ma quello che pensavo era diverso”.

ANCELOTTI: “MAI VISTO MOGGI NELLO SPOGLIATOIO CON ARBITRO”. Ancelotti ha poi affermato di non aver mai notato Moggi nello spogliatoio a colloquio con De Santis e ha spiegato che una volta, al termine di Juve-Milan, fu Gattuso a riferirgli di aver visto Moggi nello spogliatoio. Il pm è poi ritornato sulla presunta confidenza che Ancelotti avrebbe fatto a Meani sulla “torta che era pronta” per favorire la Juventus nel campionato 1999-2000. “No, non l’ho mai detto” ha risposto l’allenatore del Chelsea, che si è infine soffermato sulla famosa partita Perugia-Juve giocata nel diluvio e che costò lo scudetto alla squadra bianconera all’epoca allenata dal tecnico emiliano. “Fu strano, – ha detto Ancelotti – avevamo aspettato un’ora e mezza per riprendere il gioco, ma credo che l’interruzione fosse dovuta a ragioni di ordine pubblico. Non credo che fu un errore da imputare all’arbitro”.

PROSSIMA UDIENZA IL 25 MAGGIO. Con la testimonianza del calciatore Fabio Vignaroli si è conclusa l’udienza, la prossima è stata fissata per il 25 maggio: in quella occasione verrà sentito come teste dell’accusa l’allenatore del Manchester City Roberto Mancini. Con lui saranno chiamate a testimoniare altre persone informate sui fatti dalle parte civili, dalle società Brescia e Bologna e dalla curatela della Salernitana. Tra questi anche il patron del Brescia Gino Corioni. L’intenzione del collegio giudicante è di esaurire con la prossima udienza l’esame dei testi per poi dare la parola ai difensori.

LE TELEFONATE TRA LIPPI E MOGGI. Si parla di giocatori juventini da convocare in Nazionale, ma anche della stesura dei calendari del campionato di serie A. E ancora, si fa riferimento alle griglie arbitrali, si allude alle utenze telefoniche riservate, ci sono frequenti conversazioni con i designatori e, in particolare, colloqui tra Paolo Bergamo (l’ex designatore arbitrale) e Maria Grazia Fazi, segretaria della Can nelle 78 telefonate “inedite” dell’inchiesta di Calciopoli che oggi i pm di Napoli Giuseppe Narducci e Stefano Capuano hanno chiesto di acquisire al processo, istanza che è stata accolta dal Tribunale.

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Si tratta di parte delle 171mila telefonate intercettate nel corso delle inchieste sul calcio e non inserite nelle informative dei carabinieri perché ritenute superflue dal punto di vista dell’accusa. Gli inquirenti le hanno riascoltate con attenzione individuando elementi ritenuti utili: un’attività investigativa che viene interpretata come una replica all’iniziativa della difesa dell’ex dg della Juventus Luciano Moggi che ha chiesto l’acquisizione di numerose telefonate “inedite” (oggi altre 43).

L’elenco si compone di due parti: ci sono le intercettazioni dei pm torinesi eseguite tra l’agosto e il settembre 2004, e quelle dell’indagine napoletana, (febbraio – maggio del 2005). Tra quelle ritenute interessanti ve n’é una del 12 agosto 2004. L’ex amministratore delegato juventino Antonio Giraudo conversa con Moggi. “Parlano del calendario che è appena uscito e, ironicamente, Giraudo dice che le partite sono tutte cambiate. Moggi, dopo essere rimasto brevemente basito, ride comprendendo che Giraudo ha scherzato”, è la sintesi degli inquirenti. Sempre il 12 agosto Moggi chiama Lippi: “Parlano della Nazionale e dei convocati. Moggi dice di coinvolgere Mazzini per le convocazioni perché è un amico”. Moggi telefona a Lippi e “cerca di convincerlo a convocare Del Piero”, poi il dg bianconero chiama un uomo, non indicato, e “parlano dei calciatori juventini e del fatto che devono andare a giocare in Nazionale”. Sempre alla Nazionale si fa riferimento in una telefonata di Mazzini a Moggi del 26 agosto. “Moggi, mentre parla con Mazzini, lo fa attendere in linea per fargli sentire la telefonata che fa a Lippi con il quale discute degli uomini da convocare in Nazionale”.

Ci sono poi una serie di riferimenti, come annotano i pm, alle schede telefoniche estere riservate che Moggi avrebbe fornito a designatori e arbitri. “Pairetto chiama per complimentarsi con Moggi per la vittoria della Juve e parlano dell’arbitro che è ‘bravo’ e poi Moggi sul finire gli dice ‘tanto comunque ci sentiamo, tieni aperto ok?”. In un’altra “Moggi dice a Pairetto ‘ti chiamo’, Pairetto: più tardi?. Moggi: fra mezzora, alludendo ad altro telefonino non monitorato”.

Il 20 settembre Moggi chiama Pairetto: “Parlano dei sorteggi e Pairetto, su domanda di Moggi, dice che sono anche per mercoledì. ‘Solo che non ho laaa, e’ a casà. Moggi risponde. ‘vabbè’ e Pairetto dice che ‘comunque, abbiamo impostato adesso, bene, stiamo definendo e’ tutto ok”. Il 22 settembre l’ex dg del Messina Mariano Fabiani: “Moggi dice a Fabiani ‘non dare questo numero a nessuno. E’ come se non esistessé. Fabiani gli ribatte che è stato lui Moggi a darglielo”. Nelle intercettazioni inedite del 2005 numerose sono le telefonate tra Bergamo e la Fazi. In una del 9 febbraio Bergamo dice che Moggi nel corso delle telefonata notturna continuava a ripetere che doveva stare tranquillo per la sua riconferma e Bergamo dice di avere risposto che a lui interessa il presente e se continuano in questo modo ‘il campionato a casa non ce lo portiamo più’. Entrambi gli interlocutori concordano che dopo ciò Moggi non ha più dormito e Fazi dice anche che quando ha visto Moggi ne ha percepito la paura. La stessa Fazi aggiunge che nel corso dell’incontro ha detto a Moggi che quando Bergamo “ha un padrone….c’ha te…”. Lo stesso giorno Bergamo dice che “Moggi ha dato un’altra strigliata a Pairetto e addirittura gli ha detto che ha provveduto a convocarlo presso la sua abitazione per cazziarlo”.

Il 12 febbraio sempre Fazi e Bergamo discutono dei contrasti tra i designatori, Pairetto non vuole far dirigere Gabriele. Per ovviare al rischio che fosse invalidato il sorteggio per alcune preclusioni Bergamo riferisce di aver discusso con Pairetto “il quale gli ha anche fatto capire che per ovviare al problema “si tirano su prima le partite e poi gli arbitri”. A Pairetto Bergamo dice di aver risposto “che non lo faceva poiché qualcuno poteva accorgersi e poteva dimostrare che il sorteggio non era valido”.

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