Mancini: “Molti come Moggi”. L’ex dg bianconero: “Defraudati eravamo noi”

di Redazione

Roberto Mancini L’allenatore del Manchester City Roberto Mancini ha fatto il suo ingresso, martedì mattina, nell’aula 216 del Tribunale di Napoli dove è in corso il processo a Calciopoli.

L’ex tecnico dell’Interè l’ultimo teste chiamato dall’accusa. In aula presenti, tra gli altri imputati, gli ex arbitri Bertini e De Santis.

“MOLTI FACEVAMO COME MOGGI”. Le proteste per i presunti torti arbitrali subiti quando era alla guidadei nerazzurriin alcune partite del campionato 2004-2005. Questol’argomento al centro della sua deposizione, durata appena un quarto d’ora. L’allenatore, rispondendo alle domande del pm Stefano Capuano, si è soffermato in particolare su Roma-Inter, finita 3-3. “Dissi alla fine della partita all’arbitro Rosetti ‘pagherete tutto, tu e i tuoi amici di Torino’. Alludevo a Moggi. Rosetti era di Torino e quindi il collegamento era facile. Ma lo dissi nella foga, – ha chiarito Mancini – in quei momenti si pensa di aver subito un torto, lo dissi solo per questo”. Mancini è poi tornato su un’altra cosa detta a proposito dell’allora dg della Juventus, ovvero di averlo visto più volte negli spogliatoi degli arbitri. Pur confermando questo, Mancini ha ammesso che Moggi non era l’unico, “era una prassi anche di altri dirigenti di società“.

CONGRATULAZIONI ALL’INTER. “Mi fa piacere per Moratti, per la famiglia, per i tifosi e per i ragazzi che ho allenato”. Così Mancini ha commentato con i giornalisti a margine dell’ udienzail trionfo dei nerazzurri in Champions League. Quanto al suo futuro, Mancini ha detto che sarà ancora oltre Manica – “mi manca l’Italia come Paese ma il calcio in Inghilterra è molto bello” – ed ha smentito un interessamento della sua squadra per il talento slovacco del Napoli Marek Hamsik. Ultima battuta per la spedizione azzurra ai Mondiali: “Sono ottimista, l’Italia ai Mondiali fa sempre bene”.

MOGGI: “NOI ERAVAMO I DEFRAUDATI”. “Sentendo la testimonianza di Ancelotti che ha detto di sentirsi defraudato, dico che probabilmente i defraudati siamo stati noi”. Luciano Moggi, ex dg della Juventus ha atteso la conclusione dell’udienza del processo a Calciopoli per rendere dichiarazioni spontanee incentrate sulla testimonianza resa da Carlo Ancelotti la settimana scorsa nell’aula del tribunale partenopeo. Moggi ha contestato ad Ancelotti che Leonardo Meani, l’addetto agli arbitri del Milan, non fosse un dirigente della società rossonera: “In realtà – ha detto Moggi – l’addetto all’arbitro fa parte della struttura societaria”.

Moggi, inoltre, ha ricordato tre partite del Milan con Ancelotti allenatore, Parma-Milan, Reggina-Milan e Atalanta-Milan – arbitrate rispettivamente da Pieri, Racalbuto e Bertini – in cui, stando alle moviole dell’epoca, ci furono episodi controversi giudicati in senso favorevole ai rossoneri. “Se è vero – ha sottolineato Moggi – come si dice questi arbitri facevano parte della cupola, avrebbero dovuto decidere diversamente. Sentendo queste cose, probabilmente i defraudati siamo stati noi”.

In riferimento alla partita Siena-Milan, citata da Ancelotti nella scorsa udienza e in cui fu annullato un gol al milanista Shevchenko, Moggi ha negato ogni collegamento con l’assistenza del guardalinee Baglioni: “Ma come faccio – ha osservato – se non ci sono tracce di telefonate tra me e Mazzei né tra me e gli assistenti. Erano Facchetti e Meani a chiamare per i guardalinee. Sono sconcertato”.

Infine, Moggi ha parlato della sua presunta amicizia con l’arbitro De Santis: “Non si può dire che siamo amici perché mi dà del tu, perché De Santis se incontra il presidente della Repubblica dà del tu pure a lui, è così di carattere. E in ogni caso non l’ho mai chiamato e, per dirla tutta, non mi stava neanche tanto simpatico”.

PROSSIME UDIENZE. Il giudice Teresa Casoria ha reso noto il calendario delle prossime udienze fino al luglio 2011. Prossimo appuntamento l’1 giugno, poi altre quattro sentenze in programma sempre a giugno (8, 15, 18 e 22) e quindi intervallo fino all’1 ottobre.

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