Europeo 2016, Abete: “Partita ancora aperta”

di Redazione

Giancarlo AbeteLa candidatura italiana all’Europeo 2016, pur se di alta qualità, non sembra essere quella che ha convinto maggiormente l’Uefa dal punto di vista tecnico.

Questo emerge dal “rapporto di valutazione” pubblicato questo pomeriggio dall’Uefa sul suo sito internet. L’Italia non sembra quindi partire in pole position nei riguardi di Turchia e, soprattutto, Francia, a due settimane dalla decisione finale, che verrà presa dall’esecutivo il 28 maggio a Ginevra.

Le tre candidature, di Italia, Francia e Turchia, sono state esaminate per diversi mesi dall’Uefa, con visite, workshop e vari questionari. In tutto, sono stati approfonditi un centinaio di punti. L’Uefa rimprovera all’Italia insufficienti informazioni sull’eredità dell’Europeo, ovvero cosa diverranno gli impianti dopo la competizione, e come limitare l’impatto ecologico. Per quanto riguarda gli stadi, inoltre, non tutte le richieste dell’Uefa sono state realizzate. Secondo l’Uefa, manca anche documentazione sui trasporti terrestri.

“La partita è ancora aperta, ma prima di esprimere un parere vorrei leggere con grande attenzione le valutazioni fatte dall’Uefa sui dossier delle tre candidate a Euro 2016”. Il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, non si dice preoccupato delle prime valutazioni espresse dall’Uefa sul dossier dell’Italia in vista dell’assegnazione, il prossimo 28 maggio, dell’organizzazione degli Europei del 2016.

“Voglio prima verificare tutto per bene. – ha detto Abete in conferenza stampa – Di certo c’é la conferma che il nostro dossier è di qualità. Bisogna ora vedere in modo attento anche i giudizi sugli altri competitori”. “Ritengo comunque un errore – ha aggiunto – far competere Paesi troppo diversi tra loro: una cosa è una valutazione tecnica, un’altra la decisione politica come quella di aprire ad est per il 2012. Comparare candidature non è facile, ma ricordo ad esempio che l’Italia ha 9 stadi già esistenti e 3 nuovi, mentre la Turchia ne ha 2 esistenti e 7 nuovi, Francia 8 esistenti e 4 nuovi. Detto questo, non mi stupirei di una vittoria della Turchia”.

Sulle negatività segnalate dall’Uefa sull’eredità degli impianti dopo gli Europei e sull’impatto abientale, il presidente della Figc ha spiegato: “L’unica cosa certa è che la nostra ‘legacy’ è più forte degli altri paesi. Nelle 12 città indicate dall’Italia si sono infatti svolte 600 partite di competizioni internazionali, contro le 380 della Francia e quelle ancora meno della Turchia. L’eredità degli stadi non mi sembra un problema. Influenza politica Platini? E’ naturale che ognuno di noi è portato a fare graduatorie della dirigenza sportiva: la Francia ha il presidente dell’Uefa, la Turchia ha il vicepresidente, ma non si votano le persone, ma i contenuti delle candidature e dei paesi”.

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