Times Square, arrestato un pakistano: “Non era solo”

di Redazione

 NEW YORK. Un uomo di origini pakistane, naturalizzato statunitense, sospettato di aver collaborato al fallito attentato di sabato a Times Square, è stato arrestato all’aeroporto Kennedy mentre cercava di imbarcarsi su un volo con destinazione Dubai.

Si tratta di Shahzad Faisal, 30 anni, che vive in Connecticut, dove avrebbe acquistato, senza passaggio di documenti, il Nissan Pathfinder utilizzato come autobomba. L’auto era in vendita su internet tramite il sito di annunci “Craiglist”. L’acquisto è stato perfezionato tre settimane fa con un pagamento di 1.300 dollari in biglietti da 100.

L’uomo avrebbe trascorso in Pakistan parecchi mesi e tra le prove a suo carico ci sarebbero intercettazioni di telefonate internazionali. Comparirà già oggi davanti ad un giudice a New York che formalizzerà le accuse contro di lui.

Faisal sarebbe l’uomo che appare in un breve filmato, girato da un turista della Pennsylvania, in cui si vede che corre verso nord su Broadway. Il ministro della Giustizia Usa Eric Holder in una breve conferenza stampa, in diretta sulla Cnn, seguita all’arresto dell’uomo, ha detto che “è chiaro che l’intento dietro questo atto terroristico era uccidere cittadini americani”. “Ora – ha aggiunto il ministro – le indagini vanno avanti, le forze di polizia e di sicurezza continuano a seguire diverse piste”.

Gli inquirenti sono convinti che Faisal non abbia agito da solo. Secondo fonti citate dalla Cnn, alla Task force congiunta antiterrorismo si valuta la possibilità che l’attacco non sia opera di un ‘lupo solitario’, ma di un gruppo di persone che comunque non aveva l’esperienza necessaria a innescare l’ordigno rudimentale fatto di bombole di gas, fertilizzante e benzina. L’inchiesta prosegue in vari Stati. Secondo alti funzionari dell’amministrazione Obama, il complotto ha ramificazioni internazionali e sarebbe stato coordinato da varie persone. Collegamenti stranieri non vogliono necessariamente dire legami con al Qaeda o altre organizzazioni terroristiche. Gli Stati Uniti, che domenica avevano screditato la pista talebana dopo la rivendicazione dei talebani pakistani di Therik el Taleban, non hanno commentato due nuovi filmati, datati a aprile, che hanno rilanciato l’ipotesi di legami con reti straniere e in cui si vede Hakimullah Meshud, il leader dato per morto in gennaio, che preannunciava attentati contro grandi città americane: in uno di questi video Meshud è ritratto davanti a una carta degli Usa punteggiata da esplosioni.

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