CASAL DI PRINCIPE. Una delegazione di ventotto magistrati serbi, alcuni anche sotto scorta, sono stati i visita a Casal di Principe per vedere come l’Italia riesce a gestire i beni confiscati utilizzandoli per fini sociali.
Una visita volta ad apprendere il meccanismo di acquisizione e utilizzo dei beni immobili tolti alla criminalità organizzata.
Venerdì mattina i magistrati dell’antimafia serba guidati dal colonnello italiano della Guardia di finanza in missione a Belgrado, Serafino Fiore, ha visitato la “Casa Don Diana”, confiscata a Egidio Coppola, fiancheggiatore del clan dei Casalesi, e la dimora sequestrata e sottratta nel processo Spartacus I al boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”, in carcere al 41bis. Il primo bene rientrato nella disponibilità dello Stato è stato trasformato in un centro di “Pronta e temporanea accoglienza per i minori in affido” grazie al finanziamento della Regione Campania che è stato investito nel progetto presentato dal Comune di Casal di Principe, Agrorinasce e Asl Ce2.
I magistrati, sotto la guida del colonnello delle fiamme gialle di Caserta, Francesco Saverio Manozzi, e di Imma Fedele di Agrorinasce, hanno visitato l’ex casa di Sandokan diventa il centro sociale per bambini affetti da autismo