Pedofilia, condanna a 6 anni per sacerdote casertano

di Redazione

 CASERTA. La settima sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per don Marco Cerullo.

L’ex viceparroco a Casal di Principe e insegnante di religione a Villa Literno fu arrestato in flagranza dai carabinieri di Casal di Principe il 19 dicembre 2007, in campagna, mentre violentava un suo alunno di 11 anni. Alla vista dei carabinieri il prete tentava una precipitosa fuga in auto, interrotta dall’arresto. La vittima raccontò che don Marco lo aveva allontanato dalla scuola con la scusa di comprare i colori del presepe. Aggiunse che già altre volte aveva abusato di lui, anche a casa del bimbo. Nell’immediatezza il vescovo di Aversa monsignor Milano dichiarò che preferiva aspettare i tempi della giustizia. Non un euro di risarcimento è stato pagato dal prete in questi anni, nonostante una condanna a 50mila euro.

Sul caso interviene l’avvocato Sergio Cavaliere di Casal di Principe: “Come da me commentato in alcune interviste al Guardian,a Le Figarò, a Il Fatto Quotidiano, quello di don Cerullo è solo uno dei pochissimi casi (circa 130) di pedofilia ecclesiastica di cui ha parlato la stampa in Italia. La punta dell’iceberg fatto di connivenze ecclesiastiche, diffusa omertà, paura e vergogna delle vittime, di una stampa distratta e timorosa verso le gerarchie ecclesiastiche. Il cardinale Sodano, facendo gli auguri a Benedetto XVI, ha affermato orgoglioso che il popolo di Dio ‘non si lascia impressionare dal chiacchiericcio del momento’.Solo chiacchiere per il cardinale Sodano. Quelle chiacchiere con cui il cardinale Schoenborn lo accusa di aver insabbiato per 15 anni lo scandalo del cardinale pedofilo Groer. Quelle che lo accusano di aver protetto il prete pedofilo fondatore dei Legionari di Cristo, Maciel. La giustizia ha fatto il suo corso ma mons. Milano non ha ancora pronunciato una parola. Non una parola di pietà per la sorte della vittima in questi due anni e cinque mesi. Eppure si è preoccupato della sorte di don Marco, ‘promettente teologo’. Qualcuno ha trovato a don Marco un comodo rifugio dove ha scontato più di 2 anni agli arresti domiciliari in una comunità religiosa. Non sappiamo se don Cerullo continuerà a dir messa, scontata la reclusione. Non sappiamo se nella comunità protetta si è astenuto ‘da ogni ufficio o servizio in strutture frequentate da minori’ come prescritto dal Gup Chiaromonte il 19 novembre 2008. Monsignor Milano non ha commentato le ‘chiacchiere’ della stampa sui trasferimenti di don Cerullo di parrocchia in parrocchia, né le ‘chiacchiere’ sul famigerato ‘gioco dello scarpone’ in voga nel seminario minore di Aversa, dove don Cerullo ha studiato e prestato servizio come ‘assistente spirituale dei giovani seminaristi”.

Ora i familiari della vittima, assistiti dallo stesso avvocato Cavaliere e da Costantino Puocci, si rivolgeranno alla giustizia civile. “Ma nessuno – aggiunge Cavaliere – ripagherà la vittima di una infanzia distrutta per sempre, né i silenzi del monsignor Milano e né le ‘chiacchiere’ delle gerarchie ecclesiastiche. Da loro non vogliamo sentire più chiacchiere ma fatti. Vogliamo dai vescovi le denunce alla magistratura. Vogliamo che si aprano gli archivi diocesani e vaticani. Vogliamo i nomi e i cognomi. Vogliamo le indagini e i processi. Vogliamo che a nessun prete pedofilo sia più consentito fare il sacerdote. Vogliamo concreti atti di riparazione. Non scuse televisive e chiacchiere utili solo al consenso mediatico. Vogliamo che i preti pedofili siano curati in strutture psichiatriche, perché la pedofilia è un disturbo della personalità recidivante, che non si cura con le preghiere e il recupero ‘spirituale’. Vogliamo la rimozione delle cause della pedofilia clericale, che non sono in un generico segno dei tempi, come vorrebbero farci credere le gerarchie ecclesiastiche. Vogliamo che sia allungata la prescrizione, perché 10 anni è un termine troppo breve perché la vittima possa denunciare violenze subite da bambino. La vittima ha bisogno di decenni per elaborare l’abuso e averne il coraggio di parlare. Troppi crimini sono impuniti, troppi criminali sono in libertà. E’ ora di rompere il muro di omertà e di silenzio che è il miglior alleato dei preti pedofili. Chi sa parli! Per il bene dei nostri figli”.

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