Omicidio tatuatore, Lavezzi ascoltato come teste: “Foto era un montaggio”

di Redazione

Ezequiel Lavezzi NAPOLI. L’attaccante argentino del Napoli Ezequiel Lavezzi è stato ascoltato oggi nella caserma dei carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) in qualità di persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del tatuatore Gianluca Cimminiello, ucciso lo scorso 2 febbraio a Casavatore (Napoli).

Lavezzi è stato sentito dal pm Gloria Sanseverino e dal colonnello Fabio Cagnazzo, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri. Il calciatore è stato convocato per chiarire alcuni aspetti della vicenda.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tutto nacque da un diverbio che la vittima, giorni prima della sua morte, aveva avuto con un tatuatore concorrente di Melito (Napoli). A scatenare la lite una foto pubblicata su Facebook da Cimminiello che lo ritraeva insieme a Lavezzi, grande appassionato di tatuaggi. Una foto che sarebbe stata accompagnata anche da un messaggio di critica nei confronti del collega concorrente. Da qui la gelosia e la “vendetta” del tatuatore criticato sul social network.

A quanto si è appreso, Lavezzi ha precisato di non aver mai conosciuto Cimminniello né di essersi fatto tatuare da questi sottolineando che la sua immagine pubblicata su Internet era un fotomontaggio.

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