Convento, inizia lo sfratto per le suore

di Antonio Arduino

Convento delle Cappuccinelle  AVERSA. Il trasferimento delle cappuccinelle sarebbe dovuto avvenire solo tra qualche giorno, invece, praticamente a sorpresa, nel tardo pomeriggio di lunedì 17 maggio suor Veronica ha lasciato il convento per raggiungere la casa di un fratello carabiniere residente a Cellole.

“Non c’è stato nulla da fare. – racconta la suora – Ci hanno detto che dovevamo uscire ed io sono stata la prima. Domani toccherà – dice – alle altre, ma non usciranno tutte assieme. Le metteranno fuori una ad una per evitare che la gente se ne accorga”.

Si chiude così la battaglia delle cappuccinelle che avevano chiesto “in ginocchio”, come detto piangendo proprio da suor Veronica, in diretta ai microfoni di Mi Manda Rai Tre di poter restare nel convento dove per 53 anni sono vissute in clausura. “Non c’è stato niente da fare. – ha ripetuto suor Veronica – Hanno deciso di liberare il monastero e lo stanno facendo”. Già perché dopo l’uscita dell’ex badessa, martedì toccherà a suor Maria Nicolina, che andrà dalla sorella a Villa Literno, quindi nei giorni a seguire a Suor Maria Teresa che andrà in famiglia ad Altamura, infine a suor Maria Cristina che andrà da una sorella a Cesa. Poi sarà la volta di suor Maria Clara e di suor Maria Rosaria che hanno avuto necessità di essere ospedalizzate e che trascorreranno in famiglia la convalescenza.

“Non saremo più monache di clausura – ha detto suor Veronica – ma continueremo a fare vita religiosa anche fuori dal monastero che con la nostra uscita rimarrà libero, perché le altre consorelle che hanno 81 e 82 ani andranno in strutture assistenziali religiose, mentre le due più giovani andranno in altri monasteri”.

Se le cose stanno così allora il Monastero delle Cappuccinelle chiuderà davvero i battenti. A nulla saranno valse le proteste dei cittadini del borgo, né l’sos lanciato da Mi Manda Rai Tre, né la raccolta di firme avviata nella Farmacia Golia per chiedere che venisse presa in considerazione la lettera di “clemenza” trasmessa al cardinale delle Congregazioni, firmata dalle cinque monache che chiedevano perdono delle piccole mancanze, rilevate in tre anni di ispezione dai due visitatori apostolici mandati dalla santa sede, che avrebbero minato lo spirito di collaborazione che deve animare una comunità religiosa.

La richiesta di “clemenza”, associata alle tante malattie, documentate, da cui sono affette le cinque cappuccinelle autorizzava a sperare che potessero essere accontentate nella loro richiesta di uscire dal monastero solo da morte. “Com’è giusto che avvenga per delle monache di clausura”, aveva detto Veronica. Non è andata così. E adesso vediamo che cosa succede.

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